La storia di Maurizio, portiere con la protesi: “Così inseguo il mio sogno da bambino”

Tutto è iniziato tra le vie di Marta, paesino che si affaccia sul Lago di Bolsena, in provincia di Viterbo. I pomeriggi in strada, le partitelle infinite. “Tutto è iniziato lì, quando con gli amici giocavamo a “tedesca”. Io volevo sempre stare in porta, a volte sbagliavo apposta proprio per finire tra i pali”. Maurizio Castelli sorride mentre riavvolge il nastro dei ricordi. Ha 31 anni, da poco ha firmato il suo primo contratto con una squadra di calcio, il Pianoscarano, in Prima Categoria. Fin qui niente di strano, se non che Maurizio è un portiere senza braccio.

“Era il 2015, un giorno d’agosto. Sono appassionato di moto e stavo facendo un giro intorno a Pitigliano. Nei pressi di un passo di montagna, un Defender mi taglia la strada e mi prende in pieno. Il conducente era positivo all’alcol test”. Il braccio viene spazzato via dall’incidente, inizia un percorso durissimo, fuori e dentro l’ospedale, con oltre trenta operazioni e la paura per una vita che cambia per sempre. “Preso dalla frenesia di recuperare, provai a salvare il braccio. Lo riattaccammo, ma era un corpo estraneo. Un giorno però incontrai un chirurgo di Milano, mi suggerì di amputarlo e di impiantare una protesi. È stato un nuovo inizio”.

Maurizio torna sulla sella della sua motocicletta, poi però ecco che si fa strada in lui, di nuovo, la passione per il calcio. “Era il 2021, tramite un amico sono venuto a conoscenza della Roma Calcio Amputati, una squadra che partecipava ad un campionato speciale e che portava in campo atleti con dispositivi medici o forme di disabilità fisiche diverse. Avrei potuto continuare la carriera da pilota, che ovviamente sarebbe stata più facile. Ma quel sogno di quando ero bambino era troppo forte. Dovevo giocare a calcio”. L’altro incontro che cambia la vita di Maurizio è quello con Giuseppe Iacomini, direttore generale del Pianoscarano e responsabile dell’accademia Tusciagoalkeeper. “Abbiamo iniziato a parlare del tesseramento quasi per scherzo. Poi il tutto è diventato realtà. Con il resto della squadra mi sento come in una famiglia e grazie al preparatore dei portieri e al mister miglioro ogni giorno”. Maurizio non potrà giocare con la protesi, ma continua ad allenarsi, per “trovare tecniche di parata e adattamenti posturali in grado di sopperire ad una disabilità che per tanti è soprattutto mentale” ha spiegato la società in un comunicato.

“Il mio obiettivo in fondo è semplice: poter dire a tutti, soprattutto ai più giovani, che non ci sono ostacoli insuperabili, non ci sono prove impossibili. Non è che se hai un sogno a trent’anni allora è troppo tardi. Lo devi inseguire”. Ci sono sogni che non hanno età, che restano uguali a dieci come a trent’anni. Ci sono sogni che superano ogni difficoltà, che sono più forti di ogni prova. Sogni per cui vale la pena di lottare. E Maurizio Castelli lo sa bene. Nello sport come nella vita.