Papa Francesco: salvare vite
Sui migranti che muoiono in mezzo al mare, Papa Francesco dice: priorità è salvare vite. Il Consiglio d’Europa interviene sulle leggi anti-ong italiane. La commissaria Mijatovic chiede all’Italia di cancellare le norme che ostacolano i salvataggi delle ONG. Il pontefice ripete che tutti dovrebbero essere liberi di scegliere se migrare o meno. Intanto tutti i giorni barconi alla deriva, affondano e naufragano sulle coste. Decide e decine di morti, donne e bambini. Una strage in mare continua.
Cancellare le norme che ostacolano i salvataggi delle ONG, scongiurare i rimpatri in Libia, scrive Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, subordinare gli accordi con Tunisia e Albania a garanzie chiare sui diritti umani, migliorare il sistema di asilo e accoglienza.
Il Consiglio d’Europa richiama l’Italia, che rischia una bocciatura dall’organismo per i diritti umani con sede a Strasburgo.
L’accoglienza è un sentire umano, da applicare essendone fieri, il respingimento è una cattiveria dell’animo umano. Nel solco della fratellanza universale che ci accomuna, il grido di Papa Francesco rimane inascoltato. Salvare vite umane, questa la priorità assoluta. Non è più possibile assistere alla strage continua in mare. Bambini che affogano. Donne che affogano. Barconi che si capovolgono, si incendiano, affondano trascinando a fondo decine di persone. Salvare vite in mare è nella naturalità delle cose, è un gesto spontaneo dei marinai da secoli, è un sentirsi parte dell’infinito immenso mare. Soccorrere persone in difficoltà in mezzo al mare è naturale, non può essere considerato un comportamento illegale da punire. La vita è la vita e in mezzo al mare necessita di solidarietà e di essere accolta.
Aurora Ercoli