FABIO CONCATO in CONCERTO

silviaUna bellissima esperienza quella del 1º dicembre all’Auditorium Parco della Musica, Fabio Concato è riuscito ad emozionare la platea con le sue canzoni che nonostante passino gli anni, rimangono radicate nella memoria, nei cuori dei suoi affezionati ma che soprattutto sono conosciutissime anche dai ragazzi di oggi in quanto vengono passate dalle emittenti radiofoniche come se fossero uscite ieri. Impossibile cancellare dai nostri cuori melodie toccanti ed emozionanti come “Fiore di Maggio”, “Guido piano”, “Tienimi dentro te”, “Sexy tango” e le tante altre bellissime melodie ideate dal cantautore.

Oltre ad avere una voce unica nel suo genere, il nostro cantautore possiede una incredibile ironia con la quale durante il concerto, condisce deliziosamente ogni presentazione dei brani cantati. Insomma, si capisce che ci tiene a creare una atmosfera piacevole, amichevole, rilassante, con estrema semplicità e grande simpatia, fa ridere il suo pubblico presentando sé stesso, raccontando aneddoti e ironizzando, scherzando, giocando su ogni piccolo dettaglio, prendendo spunto dagli avvenimenti della serata, ad esempio, quando dalla galleria sono partiti gli urli di alcune sue fan sfegatate, ha ringraziato il gruppo della tribù di Indiani Comanche sempre presente ai suoi concerti, cosa che ha fatto sbellicare la platea dalle risate. Numerosi gli aneddoti che hanno rallegrato la serata, buttali là come una chiacchiera fra amici con un calice di vino, davanti al camino acceso e con la chitarra in mano. L’atmosfera era veramente amichevole e perfetta per godere della potenza della voce del maestro Concato e la bravura dei suoi strumentisti.

FABIO CONCATO: LA SUA CARRIERA E IL NOME D’ARTE

Tra le varie chicche, Concato ci ha regalato la canzone “Gigi” dedicata a suo padre Luigi Piccaluga, in arte Gigi Concato, chitarrista autore di jazz, che il cantante ricorda con grande amore ed emozione. Ci racconta aneddoti della sua gioventù, quando grazie al papà impara ad ascoltare la buona musica e a suonare la chitarra. Il nome Concato entrambi lo prendono in prestito da Augusta, mamma di Luigi cantante lirica come suo marito Nino Piccaluga, ecco quindi che l’amore per la musica proviene dalla sua famiglia d’origine: nonna, nonno e papà hanno permesso al giovane Fabio di crescere con la cultura e quei principi musicali. Poi con il passare del tempo, amando quel mondo e facendolo suo decide di farne la sua professione, diverrà un musicista anche lui, un cantautore di nicchia sempre coerente con quei principi ricevuti dalla famiglia, che inizierà la sua carriera suonando al Derby di Milano e scrivendo pezzi per la sua prima band chiamata “I Mormoranti”.

Tra gli aneddoti che hanno fatto sbellicare il pubblico dalle risate, mi piace ricordare l’ironia dell’autore quando scherza sugli errori, ad esempio quando nelle interviste sbagliano il suo nome (Flavio) oppure il titolo delle canzoni. Carina la storia della canzone “Fiore di Maggio” che nel tempo ha subito diversi appellativi. Sul palco riesce a scherzare sugli errori che nel tempo si sono ripetuti, ci racconta Concato che un giorno lo ha chiamato Zucchero chiedendo: «Ciao Fabio, posso cantare Il Gabbiano di Maggio?» e lui chiaramente gli ha risposto: «No!».

Altri simpatici racconti riguardano i titoli storpiati da gente incontrata per strada che lo ferma dicendo: «Ma lei è Concato! Che bella la sua canzone… Quinto Piano», oppure: «Ma lei è quello di: ama una donna, dille che l’ami» e lui: «No, veramente quella non è una canzone mia, e io non sono Ferrandini anche se, riconosco che forse i baffi sono molto simili!»

Insomma, quello di “Guido Piano” e “Fiore di Maggio” non è l’unico caso, per esempio “Rosalina” è diventata Rosalinda o addirittura Rosalia in Sicilia, oppure il caso di “E ti rimembro ancora” poeticamente storpiato da un signore incontrato per strada.

GRANDE L’ENTUSIAMO CON CUI ROMA HA ACCOLTO IL CANTAUTORE

In conclusione, un bis esilarante che il Maestro ha tenuto a spiegare alla platea, in pratica ha fatto finta di uscire dal palco ma è subito tornato indietro per intonare il bis, nella spiegazione ci ha svelato l’arcano: in pratica tempo fa ad un concerto al Sistina, era tornato nel camerino in attesa di uscire di nuovo per il bis come da programma dopo le richieste del pubblico urlante, ebbene lungo i corridoi aveva incontrato un paio di amici ed aveva perso tempo a chiacchierare con loro, una volta ritornato sul palco per cantare finalmente il bis, ecco che trova il teatro completamente vuoto! Il pubblico se ne era andato via senza aspettare. Ecco che uno sparuto gruppetto di spettatori rimasto in galleria lo chiama romanamente: «A Fabiè, che fine avevi fatto? Se ne so annati tutti!» il povero Concato traumatizzato dalla vista del teatro vuoto cerca di capire il motivo e scopre che in realtà aveva perso il senso del tempo chiacchierando nel camerino e quello che pensava essere stato un breve lasso di tempo, in realtà era stato di ben 15 minuti: ecco il motivo per cui il pubblico, non vedendolo riuscire sul palco, dopo un po’ se ne era andato. Questa volta, tra le risate del pubblico, per non ripetere la traumatizzante esperienza, ha evitato di lasciare il palco e con graditissima comicità il nostro cantautore ha spiegato simpaticamente e ironicamente, che ha voluto esorcizzare l’esperienza romana, facendo finta di uscire dal palco per poi rientrare immediatamente con un dietro front, principalmente per il timore di dover tornare dallo psicologo per farsi aiutare un’altra volta a superare il trauma del teatro vuoto e del pubblico sparito.

Nel MUSICO AMBULANTE TOUR ironizzare e scherzare con tono amichevole e sornione è stato il valore aggiunto, possiamo concludere che è stato un concerto perfetto sotto tutti i punti di vista, musica di alto valore tecnico, soprattutto grazie alla competenza e agli arrangiamenti di Ornella D’Urbano alle tastiere, di Larry Tomassini alla chitarra, di Stefano Casali al basso e di Gabriele Palazzi alla batteria, che hanno contribuito a suonare il repertorio del cantautore con grande perizia musicale. Un sold out scontato e prevedibile, innegabile il fatto che il pubblico lo ha amabilmente accolto e lo ha saputo apprezzare con grande riconoscenza e grande piacere. Grazie mille Fabio Concato!

 Silvia Amadio

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