Gli Oscar, Hollywood e il web

La vera novità di questa ultima notte degli Oscar era il film di Kennet Lonergan “Manchester by the Sea”. Lo era per diversi motivi, ma Hollywood lo ha premiato soltanto con due statuette: Migliore Sceneggiatura Originale e Migliore Attore Protagonista, Casey Afflek. Resta, però, il vincitore sia morale, sia reale, per forma e contenuto cinematografico. La vittoria formale è andata al pur importante “Moonlight” di Barry Jenkis. “La La Land” di Damien Chazelle ha riportato 6 premi delle 14 nomination ricevute, tra cui Migliore Regia e Migliore Attrice Protagonista, Emma Stone. L’iraniano Asgar Faharadi vince meritatamente l’Oscar quale Miglior Film Straniero con “Il Cliente”, ma il regista non va a ritirare il premio per protesta contro i divieti di ingresso di Trump. Peccato sia sfuggita a “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi la statuetta quale Miglior Documentario, che va invece a “O. J.: Made in America” di Ezra Edelman.

Le novità rappresentate da “Manchester by the Sea” sono legate alla storia insolita, alla sua forma cinematografica ruvida e realista, alla vicenda produttiva che scavalca Hollywood e affonda direttamente nel web. Una storia d’affetto familiare, difficile, forse impossibile tra uno zio e un nipote, che riesce a sostituire e ad avere un più profondo impatto rispetto alla drammatica storia di un classico amore contrastato. Gente normale, che lavora, che si dibatte nelle proprie difficoltà quotidiane, sullo sfondo di drammi familiari che ne hanno segnato e sconvolto la vicenda esistenziale. La Manchester nella quale si svolge la vicenda non è quella inglese, ma quella americana, sul mare, non lontana da Boston. Il protagonista Lee Chandler – a seguito di quelle drammatiche vicende familiari – ha ridotto alla soglia del silenzio e di mera sopravvivenza la sua vita, la sua attività e congelato completamente i suoi affetti. Vive e vuole vivere da solo nel sottoscala di un condominio di cui è custode e tuttofare. Evita con tutta la sua ostinazione ogni contatto umano che vada aldilà delle azioni e delle parole minime per arrivare fino a sera. Ha strappato le pagine del suo dizionario esistenziale su cui sono scritte le parole amore, eros, sesso, ecc. Quando ecco che gli muore questa splendida figura di fratello più grande, Joe, già da tempo malato. Qui inizia la ricerca disperata di un padre da parte del nipote orfano Patrick, e di un figlio da parte dello zio Lee. In questa difficile, dolorosa partita tra i due, il regista riesce anche a trovare rotture di autentico umorismo che bene si staccano e colpiscono su questo sfondo duro, ostile, freddo, anzi – congelato, come si diceva.

L’altra grande novità di questo film è che esso è stato prodotto non da una tradizionale major hollywoodiana o anche più ridotta produzione cinematografica americana, ma da una società dominatrice del commercio mediatico elettronico, ossia da Amazon. Il grande venditore di libri, cinema, musica e altri contenuti culturali e di consumo via web ha puntato su una qualità narrativa e formale che le tradizionali produzioni hanno ormai abbandonato. Amazon si differenza, però, anche da Nextflix. Questo colloca tutte le sue produzioni cinematografiche in rete e sulla tv on demand, riservando solo qualche passaggio nelle sale cinematografiche, perché questa è la condizione necessaria per candidare un film agli Oscar. Amazon, invece, ha puntato subito sulla distribuzione in sala e già è pronta a calare altre carte vincenti sul tavolo da gioco internazionale, riservando la distribuzione via web in una fase successiva.

Allora ecco che – senza nulla togliere al valore del film vincitore Moonlight – si potrebbe pensare a un riflesso di chiusura, di difesa da parte del vecchio assetto hollywoodiano. Ora si può simpatizzare o antipatizzare con Amazon o altri colossi del web, ma è un fatto che aperta una breccia essa non potrà che allargarsi fino a configurarsi come una nuova dimensione del fare e diffondere cinema nel mondo, dal grande al piccolo schermo di una tv, di un pc, di un tablet, di un telefonino.

di Riccardo Tavani

Print Friendly, PDF & Email