Ma sarà vero che si tratta di un taglio alla democrazia?

Si sono svegliati! Hanno captato che poteva finire, a loro esclusivo favore, la pacchia partitocratica e si sono lanciati, slogan in resta, al contrattacco.

Per anni sono stati buoni e zitti e adesso si sono scatenati a sparare scempiaggini! Hanno assistito in esilarante silenzio ai Porcellum, ai Rosatellum ed ora, in una sorta di Union Sacrèe, hanno capito che alcune sedie potrebbero traballare ed allora è un turbinio di no al taglio della democrazia, vogliamo non meno ma più democrazia ed addirittura No all’omicidio della democrazia. Anche noi! Sono anni che sosteniamo l’esistenza di un sistema in cui la scelta dei candidati e quindi dei parlamentariè riservata non al popolo ma ai partiti ed adesso, che con la vittoria del Sì aumenterebbero le loro difficoltà per partecipare al banchetto, arrivano a darci lezioni di democrazia rappresentativa.

Bene! Seguiamoli sulla loro strada. Vediamo come funziona la scelta dei candidati e quindi dei parlamentari. Premettiamo che democrazia significa governo del popolo e che la Treccani così la definisce: Forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, che esercita la sua sovranità attraverso istituti politici diversi; in particolare, forma di governo che si basa sulla sovranità popolare esercitata per mezzo di rappresentanze elettive, e che garantisce a ogni cittadino la partecipazione, su base di uguaglianza, all’esercizio del potere pubblico.

Allora, l’attuale sistema elettorale prevede che i parlamentari vengano individuati con il sistema denominato Rosatellum, dal nome di Ettore Rosato, proponente, attuale coordinatore nazionale di Italia Viva e che i seggi siano così assegnati:

37% con il sistema maggioritario a turno unico

61% con sistema proporzionale su collegi plurinominali

2% riservato agli italiani all’estero e con sistema proporzionale

Quindi, alla Camera 232 deputati ed al Senato 116 membri vengono eletti con il sistema maggioritario. Il territorio viene dunque suddiviso in 232 + 116 collegi uninominali e viene eletto il candidato che prende un voto in più.  A questo punto va fatta una semplice considerazione alla quale va data una risposta sincera: Possiamo dire che ci hanno fatto scegliere uno solo dei candidati che avevano possibilità di vincere? C’è qualcuno che può sostenere questa cosa? Che può dire di essere stato determinante nella scelta o, almeno, di essere stato interpellato? No! Assolutamente NO! Non c’è nessuno che possa dirlo. La scelta è stata fatta dai partiti ed all’interno di questi da gruppi di potere o di pressione ben precisi. Quindi i 348 candidati del maggioritario non li abbiamo scelti noi ma loro! Ed i difensori della democrazia? Zitti e silenti. Andava bene così!

Gli altri 579, 386 della Camera e 193 del Senato, vengono scelti con sistema proporzionale su 63 collegi plurinominali per la camera e 34 per il senato. Il bello è che i candidati sono iscritti in un listino bloccato, cioè un elenco di nomi preconfezionato da lorsignori, e i fortunati verranno eletti nell’ordine di posizionamento, non essendo possibile esprimere preferenze durante il voto.

Insomma se la cantano e se la suonano! Si auto attribuiscono le candidature ed anche i posti!

Poi, con una faccia, per la cui definizione servirebbero attributi irripetibili, ci vengono a cianciare di salvaguardia della democrazia.

Perché non ci spiegate cosa c’entri con la democrazia quel sistema sopra indicato e contro il quale non avete invocato la difesa dei sacri principi?

È dalla istituzione delle Regioni che il PCI, come altri, ha sostenuto la necessità della riduzione del numero dei parlamentari. Siamo felici che finalmente ne esista la possibilità concreta.

Ecco perché siamo convinti del nostro Sì.

Proprio per salvaguardare la democrazia ridando il potere al popolo e togliendolo a chi vuole farne scempio.

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