L’intervista di Riina ed i messaggi mandati
Io sono stato contrario all’intervista del figlio del capo dei capi sin da subito. L’ho scritto e detto in qualità di Presidente della Fondazione Caponnetto. Cosa nostra storicamente ama mandare i messaggi con il proprio linguaggio atavico ed al contempo moderno. Sembra un paradosso ma non lo è.
Esaminando non tanto la semplice intervista, ma tutto il contorno di reazioni antecedenti e successive a mio modesto parere va esaminata la possibilità che siano stati mandati alcuni messaggi di importanza rilevante.
Vediamo quali.
1) il valore della famiglia.
2) l’amore per il padre.
3) il disvalore dei pentiti.
4) lo stato è una entità.
5) la mafia è tutto e nulla.
6) la freddezza di fronte alle stragi.
7) la normalità rassicurante.
8) il carcere fatto in silenzio.
9) l’intervista gestita da leader.
Questi messaggi sono chiari per un popolo.
Il popolo di cosa nostra.
Oggi va valutato quindi se l’intervista, fatta da una tv pubblica al figlio del capo dei capi, ha fatto nascere un nuovo punto di riferimento in Italia. Una nuova leadership su tutte le forme mafiose. I siciliani sopra gli altri.
Dai commenti su facebook parrebbe di si. Gli omaggi si sprecano. Ma chi deve indagare indaghi. Occorre verificarlo con la massima cura.
Fondazione Caponnetto