Diffidenza e Resistenza
Noi italiani siamo diffidenti: millenni di storia alle nostre spalle ce l’hanno insegnato. Parafrasando un modo di dire, filosofico all’inizio e politico più di recente, non abbiamo l’ottimismo della volontà, ma il pessimismo dell’esperienza: con questo, tentiamo di difenderci dai poco credibili venditori d’ottimismo che bazzicano la scena politica. Per questo, nel 1987, abbiamo votato contro le centrali nucleari: non ci si può fidare, come la tragedia di Chernobyl aveva dimostrato un anno prima.
Qualche giorno prima del trentennale di quel terribile disastro, abbiamo avuto anche noi un più piccolo disastro: un po’ di greggio (“solo” 500 metri cubi) si è riversato nel torrente Polcevera da un oleodotto. Io, che sono un “italiano vero”, diffido della tendenza a minimizzare da parte di buona parte della politica e dell’informazione: la gente del luogo e gli ambientalisti parlano di un danno ambientale molto grave. Similmente, politica ed informazione hanno dato pochissimo spazio ad un altro piccolo disastro: la morte del lago Pertusillo, in Basilicata, avvelenato da idrocarburi e metalli pesanti. Peccato che le sue acque alimentino, dagli anni settanta, la Puglia centromeridionale e finiscano, come acqua potabile, nelle case di tantissime migliaia di persone, bambini compresi. Peccato che vadano ad irrigare oltre 35.000 ettari di terreni agricoli tra Basilicata e Puglia. Peccato che questo drammatico fatto sia stato segnalato più volte e da anni, nell’indifferenza generale. Peccato che questo sia potuto accadere per la sistematica “superficialità” dei necessari controlli.
Il fatto è che le trivellazioni attraversano la falda idrica e, come se non bastasse, sembra che gli scarichi dei pozzi petroliferi venissero trattati come “non pericolosi”, realizzando un beneficio economico tra i 44 e i 110 milioni di euro, ovviamente a vantaggio degli inquinatori. Questa, almeno, è l’ipotesi della magistratura, che sta indagando e, man mano, scoprendo cose piuttosto imbarazzanti.
Se noi non fossimo diffidenti, avremmo potuto credere ai dati ufficiali, forniti dall’ARPAB (l’agenzia regionale per la protezione ambientale), che dava numeri del tutto tranquillizzanti. Ma qualche diffidente (l’Università della Basilicata) ha voluto controllare, scoprendo livelli di inquinamento allarmanti e pericolosi.
Se i pesci muoiono nel lago Pertusillo, che cosa accade ai cittadini della Basilicata? Accade che il tasso di mortalità è aumentato (del 23% tra il 2011 e il 2014): in particolare quello per malattie respiratorie (+29% tra 2006 e 2013) e per tumore maligno (+44% nei i giovani di sesso maschile).
Alla faccia dei benefici per l’economia e l’occupazione di questa regione! Alla faccia del ruolo strategico del petrolio di casa per il rilancio (lo “sblocco”, come dice qualche inguaribile ottimista toscano) dell’Italia!
E tale è stata la felicità dei lucani per la fortuna di avere i pozzi di petrolio, che sono stati gli unici ad andare a votare in numero consistente per il referendum “no triv”, superando il quorum, con una valanga di SI. Tutti gufi i lucani?
Comunque, a dispetto della nostra diffidenza, il governo ha preso serie contromisure: la ministra beccata a fare telefonate compromettenti si è dimessa (e gli altri ministri? no, loro dormivano) e, soprattutto, si metterà mano ad una legge contro… le intercettazioni telefoniche. Evidentemente, è questo il problema principale del Paese. E, questa volta, non sono affatto diffidente: sono convinto che lo faranno.
Nei giorni scorsi, oltre al trentennale di Chernobyl, abbiamo avuto un’altra ricorrenza: il 25 aprile. Mattarella ha giustamente detto che la resistenza contro le guerre e le dittature non finisce mai. Forse lui non ci pensava, ma anche la resistenza contro i governi inquinati dai petrolieri, contro gli organismi pubblici che fingono di non vedere, contro una certa classe industriale che, non contenta di aver appaltato alla camorra lo smaltimento dei rifiuti tossici nella terra dei fuochi, ora baratta l’ambiente e la vita con qualche milione di risparmio: anche questa resistenza deve continuare.
di Cesare Pirozzi