La staffetta

Marco Camillieri

E la Crisi ebbe inizio. So di apparire egoista ma, visto che tanto alla fine la solfa è sempre la stessa, avrei preferito un Premier che si presti bene allo sfottò, un Di Maio o un Salvini, per dire. Qualcuno all’altezza dei precedenti, insomma.
Eppure lo sapevo bene che, dopo Berlusconi e Renzi, non potevamo sperare in un altro fenomeno da baraccone ad allietare le note satiriche del Bel Paese, Gentiloni si pone in effetti più come una via di mezzo tra Mario Monti e Franco Frattini, uno di quelli che alla fine di una cena chiedi a tua moglie “ma Gentiloni l’abbiamo invitato?” e ce l’avevi seduto accanto al tavolo.
Attenzione, non è che sia un brutto politico. A parte essere renziano ed esser arrivato terzo alle primarie del centrosinistra per Roma, dietro a Marino ed un fortissimo David Sassoli, poi finito al Parlamento Europeo come un Salvini qualsiasi, a parte essere juventino, il Gentiloni sembra un politico affidabile, di stazza e con esperienza da vendere.
Malgrado Di Maio e Salvini, laureati all’università della vita a pieni voti, urlino che questo sia il quarto Presidente del Consiglio non eletto dal popolo, la storia ci insegna che di presidenti del Consiglio ne abbiamo avuti una trentina, tutti non eletti direttamente dal popolo e tutti perfettamente legittimi. E, del resto, solo un idiota avrebbe potuto pensare che Renzi, abbandonasse di colpo la sua poltrona per andare a coltivare pomodori nella campagna Toscana, lasciando tutto in mano ai pentastellati o a chiunque altro. L’ego di Renzi va ben oltre le sue lacrime post-referendarie, era ovvio che avrebbe dettato a Mattarella la sua lista di nomi papabili ed era altrettanto ovvio che Mattarella dovesse scegliere qualcuno che piacesse a lui o, se preferite, al suo partito. Per quanto abbia personalizzato l’ultimo referendum, Renzi rappresenta ancora il partito eletto dal popolo per governare il Paese e, in mancanza di elezioni, era giusto pescare nel PD il nuovo Capo del Governo. Cinque stelle, salviniani, meloniani, si erano illusi che una crocetta potesse stravolgere da un momento all’altro il volto dell’Italia ma era una pia illusione, dettata più dall’ignoranza che dal buon senso. Fanno sorridere, poi, le voci maligne che descrivono Gentiloni come un pupazzo in mano a Renzi, questo denota crassa ignoranza: il nuovo Presidente in pectore è tutto meno che uno che si fa mettere i piedi in testa, basti pensare a come, in qualità di Ministro degli Esteri, ha gestito il caso Regeni cantandole di santa ragione all’Egitto e permettendo di far luce sulla verità che, se non ricordo male, è che Regeni sia morto cadendo accidentalmente dalle piramidi.
Vada come vada, l’Italia ha dimostrato di avere un senso civico. Non perché abbia votato No, per la verve con cui l’ha fatto, raggiungendo percentuali di votanti decisamente importanti per un voto referendario. Questo ci dà l’unico dato significativo delle ultime vicende politiche, forse gli italiani non sono completamente addormentati. C’è da sperare che la politica rispecchi questo moto subitaneo di risveglio.

di Marco Camillieri

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