Chi di Spada ferisce, di Spada perisce

Chi di spada ferisce, di spada perisce è un modo di dire che vuol significare che quando una persona provoca a un’altra una determinata sofferenza, sia fisica che morale, della stessa sofferenza poi essa stessa sarà colpita.

Calza perfettamente, anche perché Spada è il cognome di Roberto Spada, quello della testata al cronista della trasmissione Rai “Nemo”, Daniele Piervincenzi, colpevole solo di fare il suo lavoro e a cui va tutta la solidarietà della redazione di Stampacritica. E così dopo l’aggressione il Gip della Procura di Roma ne ha confermato l’arresto per ordine della Direzione Distrettuale Antimafia.

Gli Spada sono una famiglia definita “clan” i cui componenti sono stati condannati più volte per reati di estorsione, droga e minacce con l’aggravante del metodo mafioso.

Ma come inizia tutto?

Inizia con le elezioni del X Municipio di Roma che fu sciolto per infiltrazioni mafiose e Commissariato il 27 agosto 2015 per la durata di diciotto mesi, prorogati di ulteriori sei dal Consiglio dei Ministri per consentire l’opera di risanamento delle istituzioni locali.

Ostia è diventata terra di mafia, anche se di mafia non si può parlare visto come è andata la faccenda “Mafia Capitale”, ma ad Ostia esiste il racket, l’usura, il traffico di stupefacenti. Ad Ostia ci sono le estorsioni, si gambizza, c’è un giro di affari opachi sulle spiagge e sugli stabilimenti balneari. Ad Ostia si intimidisce.

Il 5 novembre scorso ad Ostia si sono svolte le elezioni per il rinnovo del X Municipio che ha un territorio di 151 kmq, un territorio vasto se si pensa che Torino si sviluppa per 130 Kmq e Parigi, capitale europea, ne ha per 105 Kmq. Ostia ha una popolazione di circa 231.000 abitanti. Ostia è una città nella città. Elezioni che non hanno dato subito un risultato, si è andati al ballottaggio tra il Movimento 5S e una coalizione di centro destra.

Ma il risultato più eclatante è stato il 9% dei voti presi da Casapound una forza politica di estrema destra. Dati che fanno riflettere.

Di Ostia ne parlai nell’intervista video dal titolo “mafia litorale”, che feci a Luca Teolato giornalista del “Fatto Quotidiano” a giugno 2015 https://www.youtube.com/watch?v=LAixbkX_FdY .

Prima del Commissariamento del X Municipio. Luca Teolato ha fatto delle inchieste sul malaffare a Ostia, (https://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/09/22/denuncia-di-ex-poliziotto-mafia-sul-litorale-di-roma-poteva-essere-sconfitta-10/245117/ e https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/13/mafia-roma-dopo-inchieste-si-sveglia-politica-renzi-manda-gabrielli/1580569/ )

Ostia non è solo territorio degli Spada, ma anche dei Fasciani e dei Triassi, altre tre famiglie o “clan” che dir si voglia. Una spartizione del territorio, di quei 151 Kmq, i cui confini non si vedono ma esistono. Come descrive la giornalista Martina Annibaldi (http://stampacritica.org/2016/12/30/clan-fasciani-metodo-mafioso/) nel suo articolo “Clan Fasciani: il metodo è mafioso”.

Il ballottaggio ha acuito la lotta per il controllo del territorio da parte dei clan che controllano e gestiscono una fetta importante di elettorato. Quell’elettorato che ora deve essere indirizzato a una o all’altra fazione politica.

È normale che i giornalisti, specialmente quelli come Daniele Piervincenzi, si inoltrano nel litorale romano cercando alla fonte risposte alle loro domande.

Il giornalista Piervincenzi va così a bussare alla porta della palestra di Roberto Spada. Non entra, fa solo domande allo Spada, che, sull’uscio, dal gradino più alto, guardando dall’alto verso il basso il giornalista, comunicando così la sua supremazia, prima dialoga pacatamente, facendo in questo modo abbassare la guardia al povero Piervincenzi che, ritenendo tranquillo il dialogo, si avvicina al suo interlocutore, poi a tradimento, contando proprio sul fattore sorpresa, lo Spada dà una forte testata sul naso del Piervincenzi. Gli rompe il setto nasale. Ma non contento, lo insegue con un bastone, che probabilmente già teneva con sé celato, e giù manganellate. Un altro complice, invece, se la prendeva con il cameramen al seguito del giornalista. Una aggressione, come si può vedere dal video pubblicamente in rete, violenta e forse anche voluta. Un segnale? Un messaggio? Può darsi. Poco convince la versione di Roberto Spada tanto che, il Gip, come detto, lo fa arrestare.

Quanto poi rimanga dentro, questo dipende dal castello accusatorio. Ma il fatto grave è che l’informazione su quello che accade ad Ostia non ci deve essere, questo è il messaggio dei clan.

Gli Spada hanno corteggiato sia i 5 Stelle che Casapound, oltre che le amministrazioni precedenti. Su facebook i post con e di Roberto Spada palesemente lo dicono. È chiaro il controllo su una parte di elettorato che hanno. È Messaggio, qualsiasi amministrazione vinca loro sono lì.

Dopo l’aggressione si è organizzato un corteo per il reporter colpito, dove la Sindaca di Roma, Virginia Raggi ha messo il suo cappello politico partecipando e trasformando la manifestazione in una cassa di risonanza elettorale a favore della sua candidata. Oltretutto dal corteo sono partite grida contro i giornalisti, qualcuno urlava: “Siete dei servi, fate schifo”. È da ricordare l’infelice uscita di Beppe Grillo, capo del Movimento 5 Stelle, che diceva ai giornalisti: “Non vi vergognate? Vi mangerei solo per il gusto di vomitarvi”. Qualche personaggio che sfilava nel corteo lo ha preso alla lettera.

Una modalità che ha finito di infastidire un pò tutti, tanto che la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) ha convocato per giovedì 16 novembre una marcia di popolo, “chiamando in piazza cittadine e cittadini, associazioni e istituzioni che credono nella Costituzione, nella legalità, nella libertà di informazione, nel diritto ad una vita dignitosa liberata da mafie, malaffare, corruzione” (http://www.fnsi.it/fnsi-e-libera-giovedi-16-novembre-manifestazione-a-ostia). In tanti hanno aderito a questa che viene definita una contro manifestazione, ricevendo in poche ore una valanga di adesioni: Cgil, Cisl e Uil, Legambiente, Gay Center, Equality, Usigrai, Articolo 21, Pd, Sinistra italiana e persino i partiti che in campagna elettorale avevano sostenuto il Laboratorio civico di Don De Donno, rimasto invece accanto alla Raggi.

Quello che uscirà dalle urne del secondo turno dovrà essere letto con particolare attenzione, ad Ostia il malaffare non mollerà. Le istituzioni, che dovranno guidare questa città nella città di qualunque colore politico esse siano, dovranno tenere alta la guardia e presidiare il territorio del litorale romano che per molto tempo è stato abbandonato e reso territorio di caccia dei clan che ne hanno suddiviso i confini, invisibili, ma invalicabili, e che ne hanno permesso l’ascesa.

Chi di Spada ferisce di Spada perisce….

di Maria De Laurentiis

 

Print Friendly, PDF & Email