Il rosso dei faraoni

Spingersi nell’inferno del deserto, per procurarsi un pigmento. Al tempo dei faraoni, accadeva anche questo.

Cosa spingeva gli antichi egizi ad inoltrarsi nel grande mare di sabbia, nel deserto più desolato, inospitale e pericoloso sulla faccia della terra?

Cosa premeva a questi uomini per camminare chilometri nel nulla? Forse una risposta c’è, per quanto possa sembrare assurda, ma c’è. Era il desiderio di un colore, di un pigmento. Il desiderio di una minerale terroso da cui si ricavava il rosso ocra.

È un pigmento naturale di uso assai diffuso, derivato da un minerale ferroso chiamato ematite. L’etimologia di questo minerale, rimanda alla parola greca sangue, data l’evidente colorazione rossa. La tonalità del rosso è strettamente correlata alla presenza o meno di impurità nell’ematite. L’ocra era il colore amato dai faraoni.

Nell’antico Egitto l’igiene quotidiana era associata all’impiego di trucchi e belletti. L’ocra rossa, veniva utilizzata soprattutto per colorare le labbra e le guance. Il minerale, polverizzato, veniva mescolato con acqua, saliva, oli, grassi o resine, per facilitarne l’applicazione sulla pelle. Ma veniva adoperata anche dagli esperti mummificatori che adoperavano ogni sorta di cosmetici per abbellire il morto. Le altre parti del corpo non coperte dalle bende venivano dipinte con l’ocra rossa, per gli uomini e con l’ocra gialla, per le donne.

Nel grande mare di sabbia, tra Libia ed Egitto, nell’inferno delle sue dune, c’erano grandi cave per estrarre questo pigmento.

La scoperta fu fatta nel 1991, durante una ricognizione aerea su questa zona desertica. Furono notati molti tagli verticali ed estesi delle pareti rocciose. Con accurati sopralluoghi si identificarono anche tracce di colpi di zappa. Segno che dell’opera dell’uomo. Segno che li si estraeva un qualcosa che, visto il luogo, doveva essere di rilevante importanza.

Ma perché andare a cercare l’ocra in questo angolo d’inferno, quando poi in altri luoghi non era un minerale così raro? Infatti l’ocra era un pigmento che si usava sin dalla preistoria. I giacimenti poi solitamente si trovano in climi temperati. Forse questo ematite nel deserto era diversa, più rara. Forse il pigmento che si estraeva da essa doveva essere di un rosso unico tanto da spingere, per centinaia di chilometri tra le dune del deserto, intere spedizioni di uomini inviate dai potenti faraoni egiziani.

Molte iscrizioni sono state trovate intorno alla zona delle cave. Tutte riportavano notizia del pigmento rosso. Si legge di una spedizione di 400 uomini, inviata da Cheope per estrarre il minerale. C’è un’iscrizione con una sorta di mappa delle cave. Il rosso ocra è nominato in 26 sigilli di pietra e in 50 frammenti di ceramica, trovati recentemente nella zona.

Quello che oggi a noi può sembrare assurdo, per gli antichi egizi probabilmente non lo era. Per loro era normale affondare i piedi in quella sabbia infernale, era normale rischiare la vita per questo colore, era normale, per il semplice fatto che era volontà del faraone. Il faraone era considerato un dio e ad un dio si obbedisce.

di Fabio Scatolini

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