Il MedFilm Fest spalanca il paradiso muto di Elia

Il MedFilm Festival si è aperto ieri con l’anteprima di un film che avremo la fortuna di vedere il prossimo 5 dicembre nelle normali sale cinematografiche italiane. Si tratta de Il Paradiso probabilmente, It Must Be Heaven, un’opera del grande regista-autore palestinese Elia Suleiman, premiato con la Menzione Speciale al Festival di Cannes 2019.

La proiezione è stata preceduta dalla cerimonia di assegnazione del Premio Koinè, un riconoscimento da parte del Festival a personalità, organizzazioni, comunità che si sono distinte per il loro contributo al dialogo, allo scambio di cultura, processi di collaborazione, creatività e pace tra ogni sponda e terra del Mediterraneo, soprattutto quelle martoriate da gravi crisi belliche, politiche e ambientali. Un riconoscimento che rappresenta lo spirito stesso di questa rassegna cinematografica. Essa, infatti, costituisce ormai da venticinque anni una tessitura di opere, impulsi artistici, solidaristici, produttivi su vicende umane reali   anche quando sono trasfigurate attraverso la sinteticità poetico-esistenziale del racconto cinematografico. Quest’anno il Premio è stato assegnato congiuntamente alla Comunità di Sant’Egidio e alla Federazione delle Chiese Evangeliche, rappresentate rispettivamente da Marco Impagliazzo e Christiane Groeben. Il riconoscimento è stato conferito da Mario Morcone, Presidente del CIR, Consiglio Italiano dei Rifugiati, perché le due Comunità religiose: “Hanno dato vita alla nascita di corridoi umanitari che portano in salvo legalmente, dunque senza rischi per l’incolumità fisica, uomini, donne e bambini in fuga da dittature, guerre e carestie. Perché il Mare Nostrum sia sentito una ricchezza da tutti: qui si immergano le nostre comuni radici, mai più affondino imbarcazioni di fortuna”.

Altro riconoscimento assegnato dal Med è stato quello per meriti artistici al regista napoletano Antonio Capuano. Assente, per motivi di salute, al momento della premiazione è stato raggiunto telefonicamente in diretta dalla sala gremitissima del Cinema Savoy dal regista e selezionatore del festival Gianfranco Pannone. Una conversazione seria e allo stesso tempo spassosissima, anche per il dècalage, l’auto diminuzione della propria opera tentata dal regista de La Guerra di Mario, con Valeria Golino, del 2005, solo per citare uno dei suoi titoli più noti. Un premio che è anche un incoraggiamento alla nuova opera che si sta accingendo a realizzare. Un riconoscimento è stato però assegnato al MedFilm Festival, nella persona della sua Fondatrice e Presidente Ginella Vocca, da parte della CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, proprio per il contributo che in una quarto di secolo questa impresa-rassegna di cinema offre alla conoscenza, al pensiero, all’integrazione, aspetti cruciali che si riflettono poi concretamente nel mondo del lavoro. Anche la Presidenza della RepubblicaItaliana, nella persona di Sergio Mattarella, ci ha tenuto a conferire una sua targa quale riconoscimento e alto patrocinio al MedFilm Festival.

Giulio Casadei, direttore artistico del Med, introduce alla parte più strettamente cinematografica della serata, ricordando sinteticamente numeri, qualità, temi della rassegna cui dà ufficialmente il via. Roberto Silvestri, critico cinematografico e curatore di una retrospettiva del Med, apre al film del grande maestro del cinema palestinese e internazionale, Il Paradiso probabilmente. L’opera ha come protagonista lo stesso regista, il quale senza dire mai neanche una mezza parola, ma parlando solo attraverso lo sguardo e la postura fisica, assiste all’assurdità del mondo tra la sua Nazareth, Parigi e New York. Comicità e drammaticità si fondono in un unico, originalissimo registro, nel quale un senza terra, un senza patria come lui, ritrova in ogni angolo del mondo le scene, i riti, le diverse ma uniche divise poliziesche del potere che schiacciano il suo popolo.

di Riccardo Tavani