L’autofinanziamento delle Start-Up attraverso il Crowdcube.

Quando una nuova impresa (StartUp) giunge sul mercato e riesce a conseguire un successo inaspettato tra i suoi clienti/utenti inizia a voler espandersi verso nuovi mercati, ampliare il proprio territorio e di conseguenza aumentare gli investimenti in marketing e pubblicità.

Tutto ciò richiede un apporto consistente di nuovi capitali per consentire il rilancio dell’azienda e la sua ipotetica crescita anche nei cosiddetti mercati “quotati”.

E’ in questa fase che si suole ricicorrere al Crowdcube: un investimento di capitali (una sorta di affiliazione) tra i clienti/utenti che attraverso i loro apporti di liquidità aiutano la società in fase di avviamento con l’illusione di essere i primi privilegiati tra i futuri azionisti.

La proposta potrebbe essere allettante ma solo se letta nel lungo periodo!

Il rischio d’investimento iniziale (si parte da un minimo di €10) potrebbe sembrare insignificante ma se si tiene conto che la maggior parte delle Start-Up fallisce e che pertanto si diviene responsabili, in qualità di azionista di una società, è probabile che si possa perdere tutto o parte del proprio apporto.

Se infatti un’azienda in cui si investe fallisce, né l’azienda né Crowdcube rimborseranno il valore dell’investimento. Il consiglio è di investire solo un importo che si è disposti a perdere o bisognerebbe costruire un portafoglio diversificato per distribuire l’eventuale rischio.

L’acquisto di azioni di aziende che si propongono tramite Crowdcube non può essere venduto facilmente in quanto è improbabile che siano quotate su un mercato di negoziazione secondario, come AIM, Plus o London Stock Exchange.

Senza un mercato pubblico, trovare un acquirente per le azioni, potrebbe essere difficile e venderle sarebbe una impresa ardua per riottenere un ritorno in denaro. L’investimento tramite Crowdcube dovrebbe pertanto essere visto come un investimento a lungo termine e illiquido.

Inoltre, la maggior parte delle aziende che si propongono sul sito Web Crowdcube sono Start-Up, società in fase iniziale e queste raramente pagheranno dividendi ai loro investitori.

I profitti, infatti, vengono generalmente reinvestiti nell’azienda per alimentare la crescita, in pubblicità e per creare un ipotetico surplus per gli azionisti: dette imprese non hanno alcun obbligo di pagare i dividendi agli azionisti.

Col tempo le StartUp sono inoltre solite ‘diluire’ il proprio pacchetto azionario influendo sul valore della singola azione, quindi cosa accade? Ve lo spiego con un esempio: il Signor X possiede 1.000 azioni della StartUp W che rappresentano il 100% delle azioni totali, un giorno  decide di emettere altre 1.000 azioni a favore del Signor Y portando il numero totale delle azioni emesse a 2000. Il Signor X avendo 1000 azioni rispetto alle attuali 2000 della StartUp W ha subito una diluizione percentuale nella sua proprietà dal 100% al 50%. Pertanto la quota di partecipazione proporzionale del Signor X si è ridotta e forse il suo valore dimezzato.

La diversificazione è quindi una parte essenziale degli investimenti. Gli investitori dovrebbero investire solo una parte dei loro fondi di investimento disponibili tramite Crowdcube e sarebbe saggio bilanciare il proprio capitale con altri apporti più sicuri e più facilmente liquidabili.

di Tommasina Guadagnuolo

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