In Cile eletta alla guida della costituente, un’indigena e accademica Elisa Loncón

Elisa Loncón, insegnante di lingue, guiderà la costituente che scriverà la nuova Magna Carta del Cile, la prima dai tempi della dittatura di Augusto Pinochet che venne approvata nel 1980.

La donna ha salutato la sua elezione sventolando la bandiera del popolo mapuche, vestita in costume tradizionale, dopo aver iniziato con un saluto in mapudungun, la lingua del suo popolo. La Loncón occupa uno dei 17 seggi riservati nella Costituente della nuova Magna Carta cilena. E’ lo sbocco politico che il Paese ha trovato per incanalare le proteste iniziate nell’ottobre 2019 per chiedere una maggiore uguaglianza sociale.

“Questo sogno è un sogno dei nostri antenati. Questo sogno diventa realtà. È possibile rifondare il Cile, stabilire una nuova relazione”, ha detto l’insegnante e storica attivista della popolazione nativa.

Subito l’accademica, che ha 58 anni, è originaria di Lefweluan, nell’Araucanía, e insegna alle Università di Santiago e di Leiden in Olanda ha salutato il “popolo del Cile dal nord alla Patagonia, dal mare alle Ande”.

Elisa Loncón ha poi ringraziato il sostegno delle “diverse coalizioni che hanno dato la loro fiducia e riposto i loro sogni nel richiamo della nazione mapuche”, sostenendo la sua candidatura, e ha promesso “una direzione collettiva a rotazione” durante i lavori della Costituente.

Va ricordato infatti che la Costituzione cilena vigente è l’unica, in America latina, che non riconosce i popoli originari, che in Cile sono almeno nove, fra cui la maggioranza è integrata dai mapuche e dagli aymara.​

“Abbiamo stabilito che questa sarà una direzione a rotazione, che darà spazio a tutti i settori”, ha detto la docente universitaria. Loncón ha anche affermato che opererà a nome di tutto il popolo cileno, di tutti i settori, di tutte le regioni, guardando a un Cile “plurinazionale e interculturale”, attento alle donne, ai minori e alle minoranze. È possibile “stabilire un nuovo rapporto tra tutte le nazioni che compongono questo Paese”, ha concluso, preannunciando che la nuova Carta tutelerà “la madre terra e l’acqua”, oggi considerate bene privato.

Molti analisti hanno sottolineato che ci si può attendere un cambiamento radicale dello spirito della futura Costituzione, dato che i membri della Costituente sono per la maggior parte appartenenti a gruppi indipendenti o a movimenti e partiti di sinistra che hanno promosso le manifestazioni popolari svoltesi fra ottobre 2019 e marzo 2020.

L’ex presidente cilena Michelle Bachelet, attuale Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, ha così espresso il suo pensiero: “quello che era visto come un sogno lontano ha ora una data. A partire da quest’anno – ha sottolineato – il 4 luglio sarà la data in cui ricorderemo che ci siamo dati l’opportunità di incontrarci nella nostra diversità”.

Tutto il paese e più in generale tutto il mondo, guarda con curiosità e apertura a ciò che accadrà da questo momento in poi, alla realizzazione di nuovi obiettivi e nuove risposte concrete per un popolo che da troppi anni chiedeva solo giustizia e il sacrosanto riconoscimento dei diritti umani, delle proprie origini, della propria terra e di culture diverse.

Il primo passo è stato fatto.

Quello che sembrava impossibile è diventato realtà.

di Stefania Lastoria

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