Fratelli d’Italia e nipoti d’Egitto
Giorgia Meloni, leader incontrastata di Fratelli d’Italia, ha chiuso la kermesse di Atreju con una chiarissima dichiarazione d’intenti sull’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.
“La pacchia è finita: nelle prossime elezioni del Quirinale il centrodestra ha i numeri per essere determinante e noi vogliamo un presidente eletto per fare gli interessi nazionali e non del Pd. Non accetteremo compromessi, vogliamo un patriota”.
Benissimo. Tuttavia il linguaggio politico nasconde spesso delle insidie.
La Meloni auspica che il nuovo Presidente non sia eletto per fare gli interessi del PD. E per quanto riguarda gli altri partiti? Non sembra sia importante, se no avrebbe detto esplicitamente: “…per fare gli interessi nazionali e non dei partiti”. D’altronde, essendo lei un’italiana (“ya que ella es italiana”, spagnoleggiando un po’), l’italiano lo conosce. ¿Está claro?
Inoltre, le sue affermazioni suonano come una durissima critica nei confronti del Presidente Mattarella. Si potrebbe pensare che questi, di fatto, sia stato al servizio del PD, fregandosene degli interessi nazionali. Se no, di che pacchia sta parlando?
E, in ultimo, si direbbe che Mattarella non sia un patriota, sempre se le parole hanno un senso.
E allora non è fuori luogo chiedersi che cosa voglia dire “patriota” nell’italiano di Giorgia e dei suoi Fratelli. D’altra parte, questo è un vocabolo che lei usa spesso, anche in riferimento al suo gruppo politico, tanto che ho il sospetto che sia riferito a un particolare concetto di Patria e non al senso più generale di amare il proprio Paese.
Infatti, rispondendo alla domanda di un giornalista, ha precisato che anche Berlusconi potrebbe essere un buon esempio di patriota.
Ma può essere definito patriota uno che evade le tasse? Forse no, visto che le tasse servono in prima istanza al bene della Patria, alla sua difesa, ai suoi apparati, alle sue scuole, ai suoi ospedali e via dicendo. Ed è un patriota, uno che ha messo in ridicolo l’Italia tirando in ballo la nipotina di Mubarak?
Ho riflettuto, allora, su quale potrebbe essere un modello di patriota più oggettivo e credibile. Certamente, chi ha dato la vita per la Patria ha dimostrato indiscutibilmente di esserlo. E chi, tra tanti martiri, meglio di Goffredo Mameli, ai cui versi si ispira il nome stesso di Fratelli d’Italia? Se fosse vivo, nessuno potrebbe opporsi a una sua candidatura come Presidente. Ma poiché, purtroppo, non è più tra noi, cerchiamo di vedere qual era la sua idea di Patria e di patriota.
La migliore rappresentazione del suo modo di pensare a riguardo è probabilmente contenuta nella costituzione della Repubblica Romana, per la quale ha combattuto ed è morto.
Nei “Principi Fondamentali”, ad esempio, si legge:
“La Repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l’italiana”.
Si direbbe che per Mameli il concetto di fraternità si estenda all’umanità intera, extracomunitari compresi. Patriota non vuol dire nazionalista.
Coerentemente con questo principio, la Costituzione stabiliva anche che
“Sono cittadini della Repubblica gli stranieri col domicilio di dieci anni”.
Proprio così, Mameli era per lo ius soli.
E, andando avanti, si legge:
“I Municipii hanno tutti eguali diritti: la loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello Stato”.
Mameli era tendenzialmente federalista, voleva la piena autonomia dei territori, purché nell’ambito, come inevitabile, delle leggi di utilità generale dello Stato.
E ancora:
“Le pene di morte e di confisca sono proscritte”.
Mameli era contro la pena di morte, che riscuote ancor oggi tante simpatie in Fratelli d’Italia.
Mi sbaglierò, ma ho l’impressione che Goffredo Mameli non sarebbe considerato un buon patriota dalla Meloni. Secondo me, lei preferisce Berlusconi.
Ma io uno così non voglio vederlo al Quirinale. Non accetterò compromessi.
di Cesare Pirozzi