“Il male che stiamo procurando al pianeta ormai minaccia la vita stessa sulla terra”. Papa Francesco (ottobre 2021)

L’Italia è il paese del sole. Per tutta la nostra penisola, per quanto possa essere scuro e rigido l’inverno, è possibile godere dei raggi del sole, per tutto l’arco dell’anno. Una continuità che non è sfruttata, come si dovrebbe, per diventare energicamente più indipendenti.

Siamo schiavi, da anni, e nessuno ha mai preso seriamente in considerazione la possibilità di investire tempo e pensieri per dare al nostro belpaese l’opportunità di svincolarsi dalla dipendenza di altri stati per la produzione di energia.

Acquistiamo energia elettrica dalla Svizzera, dalla Francia, dalla Slovenia e dall’Austria, con l’aggravante che, anche quanto è prodotto in Italia dipende da fornitori esteri ed è ancora legato a fonti combustibili quali petrolio, gas naturale, carbone. Da considerare che una parte dell’energia elettrica acquistata è di origine nucleare che in Italia, però, non produciamo non avendo nessun reattore nucleare.

L’unico settore che ha dimostrato un po’ di interesse per la produzione verde di energia è il settore elettrico, con l’installazione di vari impianti eolici e fotovoltaici.

E’ una nuova forma di dominio economico, in questo mondo globalizzato, che vede protagonisti grandi e piccoli stati, ognuno pronto ad accaparrarsi una fetta di mercato, pronto a muovere guerra, per dettare le proprie condizioni, trascurando del tutto le esigenze primarie, di sopravvivenza, del pianeta in favore degli interessi economici.

E’ come se il problema ambiente, a fronte della dominanza consumo, soddisfazione di un bisogno immediato, non avesse ancora acquistato alcun rilievo.

Il mondo ha subito, negli ultimi cinquant’anni, la fascinazione di uno stile di vita in cui l’individuo, posto al centro e senza alcun senso della collettività e del luogo in cui spende la propria vita, deve solo poter realizzare i propri desideri, costi quel che costi.

Nel tempo, negli ultimi quarant’anni, attraverso la televisione, si è influenzato il modo di vivere di un’ampia fetta di collettività, arrivandosi ad un appiattimento delle diversità tra la gente, creando un uomo nuovo, il consumatore, nel cui modello di vita ha un senso alzarsi all’alba, se non di notte, per mettersi in fila per acquistare un telefonino o un paio di scarpe di ultima generazione o moda, un uomo che non trova stimoli più importanti per alzarsi, all’alba o di notte, come potrebbe esserlo battersi per un pianeta in cui il rispetto dell’ambiente, della vita, siano primari. Lottare in pace per la PACE, per una vita in armonia.

Nello stile di vita del consumo la salvaguardia della Terra non è sentito come un interesse fondamentale della collettività.

il problema non si pone agli occhi dei più finché una guerra vicina, come quella tra Russi e Ucraini, non fa nascere il rischio di dover rinunciare a qualche comodità che è dono diretto del pianeta. In questo caso il gas naturale. La crisi ha infatti sollevato in contemporanea, come ritorsione alle ritorsioni, un problema evidente del lievitare dei costi per l’acquisto di questa fonte di energia e il rischio di possibili interruzioni della fornitura. Continua a non essere sentita la necessità di vivere, nel rispetto, il pianeta, el’accento è posto solo sull’eventuale difficoltà di rispondere in modo efficiente (e ricco per le tasche) alle richieste di un consumo facile e scontato.

Il problema della produzione di energia è, però, ancora più vasto e, come si è visto negli ultimi mesi, ha implicazioni importantissime nel settore industriale, dei trasporti, nei costi sostenuti all’agricoltura, con ripercussioni sia sull’economia generale che del singolo individuo.

Dalla fine del 2021 abbiamo visto elevarsi improvvisamente i costi dell’energia elettrica e del gas naturale, con un incremento in bolletta che per le imprese (e per le famiglie) è stato di oltre il 30%.

Costi imprevisti che hanno, immediatamente, fatto nascere un forte allarme, in particolare, per la sopravvivenza di quelle imprese che, già da due anni, per la pandemia, si sono mosse tra immense difficoltà. Quelle barcollanti, sul filo del rasoio, tra costi e ricavi, non sopravviveranno, con un preoccupante aumento dei disoccupati e con una diminuzione di produzione locale.

Con l’inizio della guerra in Ucraina, il problema è cresciuto e si è scoperto questo nervo, fino ad ora occulto, che ha mostrato l’enorme ritardo nel prendere coscienza della necessità di attivarsi per costruire un nuovo mondo e un nuovo modo di sfruttare le risorse planetarie o semplicemente locali.

Prima della guerra Russo-Ucraina ben poche persone avevano la corretta percezione di questa situazione, e visto lo stato di disinteresse e cecità in cui la maggior parte si muove, questo potrebbe avere una spiegazione nella mancata crescita di una sensibilità all’ambiente … ma i politici, perché in tutti questi anni non si è cercato un modo, ecologicamente compatibile, per svincolarsi dalla dipendenza? Patti economico-politici? E’, l’avversato nucleare, l’unica soluzione percorribile? Ha ancora un senso bandire l’uso del nucleare, di ultima generazione, in Italia, avendo intorno al nostro paese stati che lo utilizzano con impianti non lontani dai nostri confini e da cui acquistiamo? Siamo al sicuro in questa situazione? Potremmo essere i primi a sperimentare una produzione verde e di rilievo? Esistono studi che possono dimostrare e farci sperare in questa nuova realtà? Esiste qualche studioso in grado di dare una risposta?

Occorrerà davvero rimboccarsi le maniche e affrontare un altro lungo, difficile periodo, voluto da chi sceglie le ragioni del potere (economico in particolare). Dovremo imparare a capire che non tutto è dovuto, che dobbiamo conquistare una convivenza sana e di collaborazione tra i popoli e dare uno stop allo sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta. Dovremo imparare a dedicare tempo e soldi alla ricerca di fonti importanti di produzione energetica alternative a quelle fossili. E dovremmo scegliere la Pace e il dialogo come unica soluzione alle difficoltà.

Allo stato attuale non sembra che ci sia nessuna di queste volontà.

di Patrizia Vindigni