L’avanspettacolo, che spettacolo!

La forza della simpatia, nel crogiolo della bravura, con aggiunta di arrangiamenti azzecatissimi, elevano l’avanspettacolo a spettacolo. E che spettacolo! Applausi a non finire. Ad ogni quadro. Ad ogni scena. Ad ogni sguardo. Il terzetto funziona, anche se sono quattro. “Cetra…una volta” all’Ambra Jovinelli di Roma, per la regia di Augusto Fornari, ha come protagonisti i fratelli e sorella Fresi, Emanuela e Stefano, con Toni Fornari. Un terzetto navigato a cui si aggiunge una bravissima Cristiana Polegri al sax soprano e tenore.

Prima di entrare siamo passati al Wineart di Tiziana Ciampetti, in via Bixio 93, che ci ha portato due calici di “Nero di Troia” cantina Terrecarsiche, una eccellenza. Garbata e cortese, nelle corde dei gesti di Tiziana che ti fanno sentire a casa mentre versa il vino.

Un recital di canzonette dai tempi della radio Eiar, poi Studio Uno fino ai tempi più recenti. Il filo conduttore il “Quartetto Cetra” la loro ironia dirompente e rivoluzionaria, per qui tempi, in grado di aggirare la censura. Un omaggio rimaneggiato con sapiente professionalità in cui emerge tutta la potenza, anche fisica, dei protagonisti, in grado di coinvolgere il pubblico in un continuo applauso.

Un inizio che può apparire discontinuo, ma che, in un crescendo intenso, attraversa 50 anni di radio e televisione attualizzato ai nostri giorni, fino alla denuncia del razzismo, ormai non più strisciante della attuale compagine governativa. Testi scritti con passione, verità e ironia, schierati dalla parte della accoglienza, dell’intervento in mare e dei porti aperti, per salvare vite umane.

Il rimaneggiamento di “Vecchia America” rimaneggiato già dal Quartetto Cetra, è una carrellata di swing, varietà intelligente e potenza evocativa. Garbata, sobria, ma irriverente e ironica, come lo è nel finale “La vasca” di Alex Britti. Parodia e satira, fatta di armonie dissacranti, ma al contempo metamorfosi di ritmi antichi e moderni. La mimica non lascia nulla al caso, capace di fondere musiche del passato con motivi contemporanei, senza offendere, ma sottolineando che, quando si è bravi l’avanspettacolo è spettacolo. E che spettacolo!

Claudio Caldarelli

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