Afghanistan. Uccisa in un agguato l’ex deputata Mursal Nabizada

Mursal Nabizada, 32 anni, è stata colpita con raffiche di armi da fuoco nella sua casa di Kabul, alle tre del mattino.

Aveva voluto restare anche dopo l’arrivo dei talebani ma è rimasta vittima di un attentato e con lei è morta una guardia del corpo mentre il fratello e un’altra guardia del corpo sono stati feriti gravemente.

La ex parlamentare, eletta nel 2018, aveva fatto parte del governo sostenuto dall’Occidente prima che al potere arrivassero i talebani; era una delle poche deputate che hanno deciso di restare a Kabul dopo l’arrivo dei fondamentalisti islamici, nell’agosto del 2021, e hanno bandito le donne quasi da ogni spazio pubblico.

Un portavoce della polizia, Khalid Zadran, ha fatto sapere che è stata aperta un’inchiesta sul delitto. I motivi dell’agguato, avvenuto nella notte del 17 gennaio, non sono al momento chiari. E su questo non avevamo dubbi.

Nei mesi scorsi Mursal Nabizada era apparsa in un programma tv con il volto coperto, parlando del suo lavoro per una organizzazione non governativa.

Di recente i talebani hanno vietato alle donne di lavorare per le Ong.

Mursal Nabizada dunque, già vista come una ribelle aveva trasgredito ad un’ulteriore regola, ancora una volta non aveva abbassato la testa.

La donna era originaria della provincia orientale di Nangarhar e aveva studiato a Peshawar, in Pakistan, prima di rientrare in Afghanistan, dove aveva voluto restare nonostante l’arrivo al potere dei talebani. Anzi è rimasta proprio per questo, per dare il suo contributo, per aiutare le donne, per far sentire la sua voce e il grido d’allarme di tutto un paese.

Così gli ex colleghi di lavoro e gli amici definiscono Mursal Nabizada: “Una grande patriota, coraggiosissima, una vera pioniera, una donna forte, schietta, capace di battersi per quello in cui credeva, che si è rifiutata di lasciare il Paese che amava e per questo è stata uccisa, nel suo Paese, dal regime del suo Paese”.

Il mondo deve sapere cosa accade in Afghanistan e Nabizada è stata uccisa al buio ma i talebani hanno costruito il loro sistema di apartheid di genere in piena luce.

Ed è la prima volta che un parlamentare della precedente amministrazione viene ucciso in città dopo il cambio di governo.

Non che questo possa cambiare qualcosa nella difficile situazione che sta imperversando in Afghanistan ma almeno facciamo tutti in modo, nel mondo occidentale, di non far finta di non vedere e di non sapere, cerchiamo almeno che la morte assurda e brutale di una giovane donna di appena 32 anni non resti impunita.

Lo dobbiamo a lei ma anche a tutte le donne che stanno lottando per la loro libertà, lo dobbiamo a chi ogni giorno mette a repentaglio la propria vita per una libertà mai pienamente conosciuta.

E se ci pensiamo con un minimo spirito critico, lo dobbiamo anche a noi e al mondo che verrà.

 Stefania Lastoria

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