Salviamo vite umane
La tragedia di Cutro, costata la vita a decine di persone, tantissime donne e tantissimi bambini, si poteva evitare. Il naufragio che ha inghiottito vite umane, è una delle tante tragedie che si consumano, sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno muova un dito per evitarle. Il Mediterraneo è la tomba di migliaia di persone. Ogni giorno. Ogni giorno, vite umane che si possono salvare, affogano tra le onde, senza che nessuno le aiuti. Vite umane, di donne, anziani, bambini, che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla fame, non trovano “pietas” non trovano una mano tesa ad accoglierli. Non c’è solidarietà. C’è solo indifferenza verso gli altri che vengono da lontano, eppure, papa Francesco dice di accoglierli. Di tendere loro le mani perché sono nostri fratelli. Nella enciclica “Fratelli tutti” il papa che vien da lontano, ci esorta ad essere umili con gli umili, ci esorta ad essere uguali e condividere con loro il nostro pane.
Salviamo vite umane, salviamo i bambini che affogano sulle nostre spiagge. Salviamo il nostro essere umani. I ragazzi della terza media “Carducci” di Firenze scrivono a don Rosario Morrone: “…grazie alle sue parole abbiamo compreso l’importanza della vita umana, di lottare per i diritti di tutti senza farci influenzare dalla nazionalità, dalla razza, dalla religione, di lottare per gli ultimi, i deboli e gli indifesi, proprio come dice il Papa nella enciclica “Fratelli tutti”. Abbiamo compreso l’amore civile per la nostra polis e…sentiamo di poter esprimere anche noi la nostra opinione: si potevano salvare molte vite, ma non è successo e quindi adesso ci sentiamo in dovere di aiutare le persone che sono riuscite a sopravvivere. Siamo rimasti colpiti dall’umanità che hanno dimostrato i cittadini del Crotonese nel dare degna sepoltura ai morti del naufragio…tutti dovremmo imparare dalla loro generosità…”.
Le parole scritte dai ragazzi della terza media sono una speranza che qualcosa può cambiare, sono la speranza che si possono salvare vite umane se diventiamo tutti più umani.
Emanuele Caldarelli