Della corretta fantasia
Il fantasy è un genere letterario caratterizzato da elementi, creature ed eventi fantastici, ambientato in luoghi immaginari. Narra per lo più della lotta tra il bene e il male. Io amo poco il genere fantasy e non lo pratico: sono troppo invidioso. Rosico perché non sono capace, di punto in bianco, di pensare a nuove terre, a nuovi mari, nuovi mondi, nuove lune, nuovi fiumi, nuovi laghi, nuove città, e mi sono limitato alla geografia. Figuriamoci se poi comincio a pensare alla storia: nuovi uomini preistorici, nuovi imperi romani, nuovi barbari, nuove religioni, nuovi Carlo Magno, nuovi Colombo, nuove cacce alle streghe, nuove riforme, nuovi papi, nuove rivoluzioni, nuovi Napoleone, nuove campagne di Russia, nuovi Hitler, nuovi Auschwitz, nuovi gulag, nuove regine Elisabetta, nuovi imperi, nuovi genocidi, nuovi Stati Uniti, nuove Hiroshima e Nagasaki, nuove Gaza…
Di certo potrei scrivere di un mondo al contrario e nessuno avrebbe da ridire, a meno che non trovi l’esegeta esagerato di turno e del tutto privo d’ironia, che mi farebbe notare con acida saccenteria di aver scritto nel mio ultimo racconto “Non ho mai visto affondare tanti stronzi come quella volta, nel mar dei Cacagassi”. Se così fosse gli potrei rispondere che sì, è vero il contrario, e che purtroppo gli stronzi non affondano ma galleggiano e che nel mondo al contrario anche lui al contatto con i liquidi galleggerebbe. Potrei scrivere tutto quello che mi pare, senza dar conto a nessuno, magari inventando anche nuove parole, perché no?… Ci stanno così bene tra le nuvole.
Potrei… sì, potrei anche smettere di pensare di scrivere una nuova storia di un nuovo mondo, a meno che non pensi di creare un mondo dove non ci siano guerre, non ci siano morti sul lavoro, non ci siano donne uccise da uomini di niente, dove si possa vivere in armonia con la natura, dove ci sia da mangiare e bere per tutti, un mondo dove tutti si rispettino, tutti siano solidali e tutti meno uno, (un rosicone ce lo lasciamo) si amino. Lo state vedendo pure voi in una bella giornata di sole primaverile, un prato pieno di fiori, pieno di colori e due bambini che corrono mano nella mano e sorridono felici alla vita? Sì? Meno male, che sospiro di sollievo, pensavo di essere il solo coglione sulla faccia della terra
Paolo Sabatino