Un dio sul pero

Racconti e apologhi degli anni quaranta, scritti da Italo Calvino e raccolti in un libro da leggere. Un libro che presenta cinquanta brevi racconti di Calvino composto tra il 1941 e il 1949. Alcuni sono inediti. Di molti riconosce il suo stile ma lo sente diverso, essendo riflessioni, ragionamenti, fantasie ed altro, scritti con la forza della gioventù non ancora maturata.

Riletti a distanza di tempo gli appariranno come scritti da un altro lui. Non la stessa persona, ma un altro Calvino.

Storie della Resistenza e apologhi politici e esistenziali, con monologhi e dialoghi. Racconti ironici di matrice umoristica, fino al paradosso. Una grande fantasia, una grande immaginazione, nel “Un dio sul pero” ritroviamo un Calvino agli esordi, ma non ancora Calvino del “Cavaliere inesistente” o del “Visconte dimezzato”.

L’intento di questa antologia, scrive Bruno Falcetto è “suggerire un diverso modo di guardare alla prima produzione calviniana di racconti. Innanzi tutto considerandola al plurale, come un insieme di prime produzioni” cioè una mappatura dei diversi stili, percorsi e evoluzioni sperimentati da Calvino giovane. Un compendio di fragilità ma anche di convinzioni o sentimenti esistenziali che caratterizzano l’adolescenza di Calvino.

Italo Calvino che incanta e affascina con le sue storie a dir poco incredibili, riesce a catturare l’attenzione anche con piccoli racconti di gioventù non giunti alla complessità letteraria dei racconti successivi. Calvino è Calvino, come il Barone rampante è il Visconte o il Cavaliere, un unico filo conduttore di fantasia del paradosso, di ironia umoristica penetrante, in grado di scardinare il modo di pensare per invertirne il sentire.

Calvino in questa raccolta “Un dio sul pero” ci riporta agli anni della gioventù in cui tutti ci sentiamo ancora immaturi ma con dentro una spinta alla crescita culturale che farà di noi soggetti attivi dell’impegno sociale e politico.

Emanuele Caldarelli

 

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