Robert Sarah e la spaccatura in seno alla chiesa

Il cardinale Robert Sarah si è spinto molto oltre con il suo ultimo intervento su Fiducia Supplicans, la dichiarazione della Dottrina della Fede sulle benedizioni alle copie “irregolari”, tra cui le coppie gay. 

Col suo ultimo intervento siamo ai limiti della sconfessione di Bergoglio come Papa, mossa “di moda” lungo questo secondo tempo del pontificato di Francesco, che smette tuttavia di fare ridere se ad adombrarla è un Cardinale, un Ex Prefetto. 

È una cosa grossa, a quel punto nessuno riderebbe più. 

Robert Sarah non lo fa, non parla esplicitamente contro Francesco, ma dal suo atteggiamento traspare una rottura al limite dell’insanabile. 

È uno dei cardinali dei “Dubia”, uno tra i più critici del pontificato di Papa Francesco in assoluto. 

Il suo documento è interessante perché programmatico. Descrive una chiesa prona e collusa col mondo occidentale in crisi terminale, e si rivolge ai vescovi, soprattutto africani, per riportare l’Occidente smarrito al Signore e all’Eterna Dottrina come Gesù con la pecorella smarrita. 

Per quello che può valere, cioè niente, non mi convince il tradizionalismo di Sarah, uomo, peraltro, che rispetto e stimo. 

È un uomo di cultura, di grande spiritualità, uno scrittore prolifico, un pastore capace di guidare le persone alle fonti segrete nel profondo dell’anima. Ed è stato coraggioso, lo è da anni, questo gli va riconosciuto. 

Il progressismo sgangherato e “senza palle” che si respira “a sinistra” mi convince francamente ancora meno. È uno sciatto sfiatare stanco di una balena marcia più che bianca che spreca gli ultimi respiri per flirtare con Acab. 

Ci vorrebbero sintesi più ardite, coraggiose, lungimiranti, cristiche: ecco quello manca: Cristo, o forse tali sintesi ci sono e io semplicemente non lo so. 

Potrebbe tranquillamente essere.

 

Giacomo Fagiolini 

 

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