Sanremo

Amadeus lascia Sanremo con un successo clamoroso. 

5 anni da dominatore insieme al suo amico Fiorello, che un tempo faceva molto ridere, ora, almeno a me, meno. 

Sanremo è tipo Berlusconi quando il Cavaliere “regnava”: tutti lo schifano poi tutti lo votano, ma non si sa mai chi l’ha votato perché, dopo il voto, tutti dicono “che schifo”.

Tutti schifano Sanremo, però moltissimi se lo guardano, fino alle due di notte. Sanremo fa cultura, è uno specchio dell’Italia. 

Siamo perduti. In pochi decenni la nostra “nazione”, intesa come unione tra identità etnico-nazionale e cultura, verrà spazzata via da cambiamenti epocali, tra poco di più di un secolo saremo un popolo rinnovato, con molti nuovi italiani provenienti da altre culture, continenti, religioni.

Meno male. 

Questo è quello che viene da dire di pancia, questa è la cosa facile da dire. 

Credo sia esattamente questo il grande segreto dello share di Sanremo: tutti se lo guardano per rispecchiarsi sentendosi superiori e migliori.

Tu ti guardi Sanremo e dici a te stesso: mica sono come quel coglione di Amadeus, e ti senti meglio, migliore, e via. 

Troppo facile. 

Dove stiamo andando? Qual è la direzione evolutiva presa dalla cultura popolare italiana? C’è solo e sempre tutto male in questo mainstream occidentale che tutti guardano per schifare così si possono sentire meglio con sé stessi? 

A me sembra che ci sia una grandissima fame di autenticità, 

relazioni sincere, empatia, amore.

Mi sembra che la cultura mainstream occidentale, questo epicureismo senza palle dove, sostanzialmente, l’ego sarebbe dio, stia stretta ormai anche ai suoi stessi alfieri. 

Mi sembra che il giovane Ghali abbia avuto coraggio. 

Quando ha cantato in arabo mi sono emozionato, con quella faccia che ha, 

da antico egizio.

Questa è la speranza. Ghali magari non lo sa, ma dentro di sé lo sorreggono millenni di storia, sapienza, cultura. O magari anche lo sa. 

Non c’è da avere paura, dice il Corano. 

Fosse anche il più fragile dei fili d’erba, Dio lo proteggerà, poiché egli, ecco, ha compassione di noi.

Sarebbe interessante unire questa sete di vita autentica occidentale con queste immense e millenarie sorgenti spirituali, secondo me.

Ma tanto io conto meno di zero. O forse comunque soltanto Uno. 

Un caro saluto a chi magari leggerà. 

Giacomo Fagiolini

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