Esercito iracheno contro l’Isis: va in scena lo scontro finale

Fois

Falluja, 30 maggio 2016. È iniziata la battaglia finale per strappare la città dal controllo dello Stato Islamico. Le truppe irachene sono entrate da tre direzioni e stanno incontrando l’ostile resistenza dei terroristi. la coalizione internazionale e l’aviazione militare irachena hanno fornito ai soldati protezione aerea, come ha spiegato il comandante a capo dell’operazione, Abdelwahab al-Saadi. Ma la vera notizia è che le forze di sicurezza irachene hanno scoperto decine di tunnel scavati dai miliziani jihadisti per fuggire dalla linea del fronte. Trincee sotterranee che ricordano le gallerie scavate dai Vietcong du rante il conflitto in Vietman.

Fino ad ora l’offensiva lanciata il 23 maggio dalle forze irachene si era concentrata nei villaggi intorno a Falluja,  HYPERLINK “http://www.repubblica.it/esteri/2014/01/04/news/iraq_al_qaida_conquista_falluja-75136341/?ref=search” battente bandiera Isis dal gennaio del 2014.

Raji Barakat, membro del Consiglio provinciale dell’Anbar, ha confermato che “Gran parte” del centro di Falluja è circondato dalle forze governative. La campagna, spiega Barakat, “ha avuto uno slancio all’alba, con le forze irachene che hanno circondato gran parte della città” e i militanti dell’Is, come ha spiegato la fonte, tentano di ostacolare l’avanzata dei governativi con mine, autobombe e razzi Katyusha.

Alcune fonti hanno riferito all’agenzia Sputnik che l’esercito iracheno ha bloccato alcuni militanti dello Stato islamico che stavano tentando di fuggire dalla città su barche lungo il fiume Eufrate.

In un discorso trasmesso alla televisione, lo scorso 23 maggio, il primo ministro iracheno Haider al Abadi aveva annunciato l’inizio delle operazioni militari e aveva precisato che nell’offensiva sarebbero stati impegnati esercito, polizia, forze dell’antiterrorismo, combattenti delle tribù locali e milizie in maggioranza sciite. Quasi 20.000 uomini sono stati schierati.

Dalla città, blindata, solo poche centinaia di famiglie sono riuscite ad uscire: 50.000 civili sono ancora sulla linea del fronte e si teme che l’Isis li possa usare come scudi umani.

Falluja è la città irachena più importante ancora sotto il controllo degli jihadisti, Insieme a Mosul, importante centro religioso sciita, dove i peshmerga curdi dell’Iraq hanno lanciato nuove operazioni contro le postazioni jihadiste. Liberare i villaggi curdi dalla presenza dell’Is e avanzare verso Mosul è l’imperativo dei peshmerga. Circa 5.000 peshmerga e agenti delle forze della polizia militare del Kurdistan (Zeravani) sono impegnati nell’offensiva lanciata con il supporto aereo della coalizione internazionale a guida Usa.

Ora a Falluja sorge un altro problema: le possibili vendette di miliziani sciiti, sostenuti dall’Iran, contro la maggioranza della popolazione sunnita, accusata in parte di essersi schierata con l’Is. Sebbene il sindaco della città, Sadun Al Shalaan, ha detto che i leader tribali hanno raggiunto un accordo per impedire episodi di giustizia sommaria una volta che gli jihadisti saranno stati scacciati, l’aria rimane piuttosto tesa. Da parte sua, Hadi al Amery, uno dei leader delle milizie di volontari sciiti filo-iraniani che hanno collaborato all’accerchiamento di Falluja, ha detto che queste forze hanno accettato di non entrare in città, lasciando il compito all’esercito e alle formazioni tribali sunnite.

di Giovanni Antonio Fois

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