Referendum abrogativo sulle trivelle : alcune pillole

Il 17 aprile i cittadini voteranno il referendum abrogativo sulle trivelle,in questo modo avranno la possibilità di esprimersi favorevolmente o meno sulla prosecuzione delle trivellazioni in mare a dodici miglia dalla costa.
Se i votanti si esprimeranno in maggioranza per il si la legge sulle trivellazioni in mare verrà abrogata e le stesse non potranno continuare,se invece prevarrà il no si lascerà intatta la norma e le trivellazioni proseguiranno imperterrite nel tempo.

Dopo un avvio in sordina pian,piano si è iniziato a parlare dell’importanza di questo referendum nei tg e nei talk show ed ogni forza politica ha espresso la sua posizione tal proposito .Coloro che si sono espressi a favore del si sono stati Lega, Fratelli d’italia ,Sel ,Sinistra italiana ,ala e minoranza dem.
Sul fronte del no invece troviamo Forza italia,conservatori e riformisti e i centristi della maggioranza.
La coalizione governativa, col PD in testa  ha sostenuto la necessità di non  andare a votare lasciando la legge intatta.

Nonostante  i più ottimisti e razionali ritengono che queste operazioni in mare contemplino tutti i canoni della sicurezza non recando danni alla fauna marittima: purtroppo la situazione è grave quanto molto minacciosa. Infatti secondo i dati di Greenpeace raccolti tra il 2012 e il 2014 relativi a 34 piattaforme nell’Adriatico sarebbero state rinvenute sostanze chimiche in quantità superiori alla legge.

Seppure con le trivellazioni si continuerebbero a garantire circa 28-30000 posti di lavoro, comunque non si risponderebbe in modo esaustivo al fabbisogno energetico nazionale,in quanto con queste operazioni si ottempera solo al 3% di tutto l’assetto energetico che servirebbe al nostro paese.
Quindi  continuando a trivellare si porterebbe avanti solo una politica favorevole alle multinazionali del petrolio che in balia dei propri interessi arrecherebbero ulteriori e irreversibili danni all’habitat marino.
L’atteggiamento del governo che indica l’astensione è riprovevole,antidemocratico ed è  volto alla tutela di queste lobby.

Domenica 17 aprile è necessario votare si
Perché innanzitutto non rinunciamo ad una risorsa strategica,in quanto il contributo delle attività estrattive entro le 12 miglia è pari al 3% dei consumi di gas e meno dell’1% di petrolio : “ percentuali ridicole a fronte di rischi incalcolabili”.
Votando si ci riappropriamo del nostro mare, e le compagnie petrolifere che godono di concessioni illimitate si vedranno ripristinata una scadenza
Se  prevale il si diamo più forza alle fonti rinnovabili che già oggi ricoprono il 40% dei consumi elettrici nel nostro paese .Abrogando l’attuale norma abbiamo la garanzia che le compagnie una volta scaduta la concessione smantellino tutti i pozzi e le infrastrutture come previsto dalla legge.
Scegliendo si cancelliamo i privilegi delle lobby petrolifere e non continueremo a svendere il nostro mare. Infine se prevale il si si crea occupazione nel settore delle energie rinnovabili, e difendendiamo  il diritto a decidere per il nostro paese.
Tutto ciò per affermare e continuare a ribadire che il mare e l’ambiente sono di tutti, e solo noi possiamo difenderli e  tutelarli da ciò che dietro l’apparente e millantato progresso vuole distruggerli

P.S. Non dimentichiamoci che l’Italia fonda la sua attrattiva turistica sull’arte e sui paesaggi naturali,che potrebbero essere distrutti dallo scellerato sfruttamento del mare.

 di Lucio Altina

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