Ecomobilità al bivio

Ormai si parla spesso di ecomobilità, un vocabolo nato dalla fusione di ecologia e mobilità, come se le due cose fossero in antitesi e dunque servisse una sintesi capace di unire il diritto al movimento e quello ad un ambiente pulito.
La mobilità più ecologica è quella a piedi, segue quella in bici e poi via con l’elettrico in tutte le salse: puro, range extended o ibrido. Gli autobus, le automobili a benzina, gasolio e anche GPL e metano sono il passato, la loro mobilità deriva da combustibili fossili. Gli stessi ciclomotori, che inquinano molto meno, sono ormai completati nella loro gamma da mezzi ibridi o completamente elettrici. Certamente l’elettrico non risolve tutti i problemi, ma se l’energia deriva da fonti sostenibili come il fotovoltaico, l’eolico o l’idroelettrico, siamo sicuri che stiamo facendo qualcosa per migliorare l’ambiente nel presente e nel futuro.
Il presente della mobilità è fatto di un maggior ricorso al trasporto pubblico, che soprattutto laddove è elettrico (treni, metropolitane, tram e filobus), risolve molti dei problemi legati all’emissione del particolato, anche se ci obbliga a spostamenti lungo direttive precostituite. Se poi cominciamo a parlare di futuro della mobilità ecco che avanza la Google Car, l’automobile elettrica senza conducente, guidata dal computer e capace di parcheggiarsi da sola, evitando doppie file e troppe macchine in giro tutto il giorno; bisogna aggiungere che queste macchine sono soggette a malware che potrebbero infettarle, tanto che qualcuno per giustificare incidenti potrebbe essere tentato dal dare la colpa a qualche virus informatico inviato da anonimi hackers.
Ma il futuro è adesso, le nostre scelte di mobilità si compiono ogni giorno, a seconda del mezzo che scegliamo di guidare, ecco perché ho tentato in prima persona di verificare quanto fosse conveniente scegliere un mezzo totalmente elettrico a Roma, città dove il trasporto pubblico funziona purtroppo non proprio in maniera impeccabile e costringe a volte a lunghe attese.
Ho la fortuna di lavorare per un’azienda che ha una sede in centro e un garage dove possono parcheggiare gli scooter e alcune auto (quelle dei dirigenti e dei disabili), ma soprattutto una colonnina di ricarica elettrica a disposizione di tutti i dipendenti per questi mezzi ecologici. La tentazione per una macchina elettrica è diventata forte, il prezzo però è ancora proibitivo, poi il traffico non lo avrei comunque evitato. Mi sono dunque interessato agli scooter elettrici, più pratici anche se non utilizzabili nei giorni di pioggia. I prezzi sono decisamente più abbordabili, ma comunque poco competitivi con uno scooter vecchia maniera, l’unico vantaggio è l’esenzione del bollo per cinque anni, ma il risparmio non supera i 30 euro all’anno. Certo il rifornimento costa in media 1 centesimo di euro di elettricità, ma per rifarsi dei costi maggiori servono almeno 10mila chilometri l’anno, che non sono pochi ma molti di più di quelli che farei io sicuramente nel mio tragitto casa-lavoro.
Ho pensato anche al noleggio a breve e a lungo termine, con prezzi buoni ma sempre superiori ad un mezzo equivalente a benzina. Insomma se volessi optare per uno scooter elettrico, più ecologico e con costi di manutenzione e assicurazione più bassi rispetto ad uno scooter a benzina, ma che comunque assicura un’autonomia ridotta e un prezzo più alto, dovrei fare una scelta di ecomobilità che non guardi al portafoglio.
Siamo dunque ad un bivio, in cui la capacità di spesa e la propensione all’acquisto si scontrano con evidenti limiti di autonomia (in parole povere uno scooter elettrico con una buona autonomia costa molto, rendendo poco conveniente l’acquisto nel breve e nel medio periodo), ragion per cui servirebbero incentivi e politiche pubbliche in grado di far “cambiare verso” ad una tendenza che oggi premia poco chi ha a cuore i problemi dell’ambiente.
Personalmente non so ancora quale sarà la mia scelta finale, ma mi piacerebbe che il prossimo sindaco di Roma facesse qualcosa di rivoluzionario in proposito, perché le scelte di oggi saranno strategiche per il futuro.

di Enea Morrone

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