Maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli: 24 anni dopo l’assassinio

Sara

Il “Mastino”, così era stato soprannominato il carabiniere Giuliano Guazzelli. Ucciso da “Cosa Nostra” il 4 aprile 1992, ad Agrigento.
Valido conoscitore del fenomeno mafioso e dei rapporti mafia, affari e politica; fu assegnato al nucleo investigativo di Palermo, dove lavorò al fianco del colonnello Giuseppe Russo e indagò sul clan dei Corleonesi.
Successivamente fu chiamato a guidare la polizia giudiziaria al tribunale di Agrigento e si dedicò alle presunte irregolarità nella gestione della banca di Girgenti e all’omicidio di Salvatore Curto.
Elemento centrale del suo lavoro, fu la cosiddetta “Stidda” (organizzazione mafiosa parallela e talvolta in competizione con “Cosa Nostra” nell’agrigentino), a cui inizialmente fu anche attribuito il suo assassinio.
Sei le condanne definitive al carcere a vita, dopo la sua morte: Joseph Focoso, Salvatore Fragapane, Salvatore Castronovo, Giuseppe Fanara Simone Capizzi e Gerlandino Messina.
Poi nel maxi-processo denominato “Akragas”, vennero inflitti 18 anni di carcere anche al pentito Alfonso Falzone, che aiutò i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo a incastrare mandanti e sicari.
Era all’interno della sua “Fiat Ritmo”, sul viadotto Morandi (nella Valle dei Templi di Agrigento) quel maledetto giorno. Gli assassini lo superarono, aprirono il portellone posteriore della “Fiat Fiorino” e iniziarono il fuoco.
Mitragliate letali, cariche di odio, risentimenti, sete di vendetta.
Il funerale, venne definito una “sconfitta dello Stato”. Le migliaia di persone presenti, lo andarono a confermare. Le onorificenze conquistate, lo stesso.
-“Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. Il 2 giugno 1991, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.
-Medaglia d’oro al valor civile, il 4 aprile 1992.
La Presidenza della Repubblica: «Sottufficiale di elevatissime qualità professionali, impegnato in delicate attività investigative in aree caratterizzate da alta incidenza del fenomeno mafioso, operava con eccezionale perizia, sereno sprezzo del pericolo ed incondizionata dedizione al dovere e alle Istituzioni, fornendo costanti e determinanti contributi alla lotta contro la criminalità organizzata fino al supremo sacrificio della vita, stroncata da proditorio ed efferato agguato criminale. Eccelso esempio di preclare virtù civiche ed altissimo senso del dovere.»
Tutto questo era Giuliano Guazzelli. Un uomo ricco d’ideali e senso del dovere. Un uomo d’altri tempi, come non ce ne sono più.

 di Sara Di Paolo

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