Stragi dell’Islam o dell’Ipocrisia?

Guido falociC’è anche la mancata politica sociale, nelle stragi dei cani sciolti

Ascoltando, leggendo e guardando le immagini dei notiziari, continuiamo a cogliere sempre lo stesso messaggio: “Anche in Europa, l’Islam uccide”. Ogniqualvolta un disadattato, un disperato o un invasato, usa un machete, un coltello, una pistola, un camion sulla folla, o si fa saltare in aria, siamo spinti a pensare che la religione musulmana sappia solo uccidere, in modo vigliacco, cercando di sovvertire il nostro stile di vita.
Eppure, se la facile identità islam=terrorismo fosse reale, stante una popolazione di milioni di musulmani in ogni paese europeo, probabilmente non avremmo scampo e già domani, in alcuni paesi potremmo avere un golpe musulmano da un momento all’altro, ma fortunatamente non è così. In fondo, anche negli anni di piombo, quando i partiti di sinistra rappresentavano un terzo dell’elettorato (votante o meno), i terroristi rossi che facevano attentati e uccidevano erano solo una sparutissima minoranza; eppure, non ci fu mai una sollevazione armata, un pericolo totale e diffuso, per la democrazia. Certo, la controffensiva reazionaria ha mietuto vittime anche tra innocenti e ne ha approfittato per ostacolare la naturale evoluzione politica del popolo italiano; ma, l’ideale dei militanti nel “partito armato”, non contagiò mai la maggioranza della popolazione.
Il pericolo dei “cani sciolti”, ovvero di coloro non inquadrati in strutture delle multinazionali del terrore, sovvenzionati con una sorta di formula-franchising o semplici “terroristi fai-da-te”, è reale e ben più difficile da scovare. Ma, come quello del terrorismo più organizzato, va combattuto senza se e senza ma. Ben venga la sinergia tra le varie intelligences europee (magari con precise modifiche di trattati, quale quello di Schengen), nonché un’azione preventiva migliore in tutti i paesi a rischio, ma non può bastare l’azione repressiva. Per troppi anni, l’integrazione europea è stata fortemente ipocrita e, al di là di qualche sacca di buona gestione locale, non c’è mai stata una vera politica, che andasse oltre l’emergenza, al di là della prima accoglienza. La prova è il ripetersi di casi in cui vi sia identificazione nell’estremismo islamico, di cittadini europei di seconda e terza generazione: là dove la politica del paese che accoglie, non faccia mai dell’individuo un cittadino come gli altri, si lascia spazio all’indottrinamento (anche accellerato) di qualche folle che, partendo dalle comuni origini religiose e culturali, in morte restituisce quella dignità che, in vita, il paese in cui è nato (o in cui si è rifugiato), non gli ha mai dato.
In quanti paesi, al di là delle concessioni di facciata, i figli degli immigrati non sono considerati che dei cittadini di Serie-B? In quanti paesi, non vi sono realtà di ghettizzazione, di limite reale alla scalata sociale, per coloro che sono figli d’immigrati? Al di là dei singoli cittadini, che non sentono invalicabili le differenze culturali, la politica che cos’ha fatto realmente per costoro? Solo pochi anni fa la Germania, considerata la regina d’Europa dell’accoglienza, ha istituito dei corsi gratuiti di tedesco, per gli immigrati…
Non bastano i bombardamenti in Libia, in Siria, o in Kurdistan, né i sistemi di spionaggio informatici, né l’infiltrazione nelle cellule terroriste e neppure il taglio dei rifornimenti di denaro od armi: se non si sconfiggono i motivi per cui dei giovani preferiscano darsi la morte, in nome di un ideale religioso a loro lungamente estraneo, piuttosto che vivere serenamente i propri giorni come tanti loro coetanei, la lotta al terrorismo non potrà mai finire.
Quando il mondo occidentale smetterà di ostacolare la nascita di movimenti democratici nel mondo islamico per proprio tornaconto, forse avremo la pace: i tempi per un balzo in avanti del mondo islamico, sono molto più maturi di quanto non si creda. Occorre solo che non vengano privilegiati gli interessi economici e si dia concretezza al principio di autodeterminazione dei popoli (anche se c’hanno il petrolio).

di Mario Guido Faloci

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