I Pilastri della Terra
I pilastri della Terra è uno di quei libri che, girata l’ultima pagina, sono in grado di farti sentire completamente perduto. “E adesso che faccio?” ti dici. E senti pian piano crescere una dolce nostalgia per quei personaggi che, nonostante esistano solo su carta, nella tua mente avevano acquistato forma e aspetto. Il capolavoro di Ken Follett è sicuramente imponente. Non solo perché supera abbondantemente le 1000 pagine, ma anche e soprattutto per via della mole di informazioni, personaggi (appunto) e sentimenti umani che lo riempiono. Il perno centrale è senza dubbio la costruzione in pieno medioevo di una cattedrale nella piccola cittadina di Kingsbridge. Ma intorno vi ruotano le vicende di un gran numero di quelli che gli inglesi chiamano human being. Tom il costruttore e la sua famiglia; il priore Philip, unico baluardo di una Chiesa corrotta eppure nel suo periodo di massimo splendore; il conto William, espressione di una crudeltà che se nell’anno 1000 spaventava oggi ci fa impallidire. La capacità magistrale di uno dei più amati autori contemporanei di dipingere con le parole la storia è in questo libro portata alla massima potenza. Nel leggere, si sente davvero l’odore di latte di capra con cui i frati crescono il neonato trovato abbandonato in una foresta infernale; si odono davvero i suoni dello scalpello e delle pietre che, una sopra l’altra, si elevano al cielo in un nuovo stile architettonico che renderà grandi le cattedrali francesi; si sente davvero sotto i propri piedi la strada non battuta, tra le mani le briglie di un cavallo. Ci si dimentica per un lungo attimo di essere in un’epoca di tecnologia e computer e smartphone. Niente di più difficile, niente di più magico. Come solo i grandi libri sanno fare.
di Angelica Basile