La prevenzione mancata

CerulliI disastri naturali avvengono di continuo. Non si fermano Ogni volta si piange e ci si dispera. Ogni volta i governi, di destra e di sinistra, si battono il petto in segno di pentimento, ma poi tutto rimane come prima. Non si fa nulla per prevenire o per limitare i danni.
Di fronte alle tragedie, la nostra debolezza più grande è la mancanza di prevenzione. Lo scrivono tutti i giornali, lo ripetono tutti gli speciali televisivi, non ultimo il Porta a Porta di Vespa che si aggirava come un avvoltoio sulle macerie di Amatrice. Tante chiacchiere, pochi interventi. Tante promesse subito dopo ogni terremoto o alluvione, poi il silenzio.
“La prevenzione va fatta a bocce ferme, quando il sole splende e la terra non trema. E’ un processo che va pianificato con attenzione, portato avanti con tenacia e organizzazione ferrea senza mai abbassare la guardia. Sia sul piano delle infrastrutture, sia su quello dell’informazione ed educazione della gente, che ancora oggi in Italia preferisce toccarsi in mezzo alle gambe o appendere qua e là cornetti e santini invece che guardare in faccia la realtà”. Così Luca Mercalli scrive della prevenzione mancata nel nostro paese, facendo un esempio molto attinente.
Nel settore aeronautico vige un sistema molto efficace, per la prevenzione degli incidenti aerei, che, oggi, è il modo più sicuro di viaggiare. Ogni volta che avviene un incidente aereo, o per errore umano, o per cause strutturali, o per condizioni atmosferiche, si attiva una procedura internazionale che analizza le cause, propone soluzioni e modifica strumenti e procedure. Nel frattempo i veicoli difettosi vengono lasciati a terra fino a modifiche concluse. E’ una procedura trasparente, che senza essere punitiva, mette in luce responsabilità e difetti di costruzione, spinge tutti a migliorare.
Da noi non funziona così. Ogni volta stesse considerazioni, stessi errori, una retorica del disastro, che si ripete da sempre: Vajont, alluvione di Firenze, terremoto del Belice, dell’Irpinia, dell’Aquila e ora di Amatrice. La gente continua a morire e i danni li paga la collettività. La corruzione è imperante su ogni appalto, anche per spostare un mattone o per acquistare una bara. Da noi non si impara dall’esperienza. Noi non facciamo tesoro della lezione ricevuta. Da noi il malaffare conta più delle vite umane.

di Simone Cerulli

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