Per le donne e gli uomini di buona volontà
Ci sono spesso momenti nei quali argomenti marginali diventano schermo che nasconde tematiche di ben altra rilevanza.
E’ questo il caso, oggi, nella chiesa cattolica, delle discussioni, delle polemiche, delle contrapposizioni che continuano sul’ammettere alla comunione i divorziati. Mentre rimangono ai margini della comunicazione fatti importanti, dopo secoli di silenzi e di ostilità, verso l’unità delle chiese cristiane, tema per cui si hanno varie iniziative.
Come il recentissimo incontro tra papa Francesco e l’anglicano arcivescovo di Canterbury Justin Welby, con la celebrazione “insieme” di vespri a san Gregorio al Celio, con il mandato conferito “insieme” a 38 vescovi, 19 ciascuno, di andare nel mondo a predicare l’amore di Gesù, e ancora con la firma “insieme” di un documento dove, accanto alle motivazioni religiose, è scritto: “Possiamo, e dobbiamo, essere uniti nella causa comune di sostenere e difendere la dignità di tutti gli uomini”.
Come il prossimo viaggio di papa Francesco in Svezia, il 31 ottobre, per commemorare, “insieme” con la chiesa luterana mondiale, il quinto centenario della riforma protestante nello spirito di un documento dal titolo evidente: “From conflict to Communion”.
Sì, il quinto centenario della riforma di Lutero, l’eretico. Quello delle 95 tesi contro le indulgenze affisse alle porte del duomo di Wittenberg, quello scomunicato nel 1521 da papa Leone X° de Medici, figlio di Lorenzo.
Ma nonostante l’importanza (all’interno del mondo dei credenti) di questi passi di riconciliazione religiosa, dopo separazioni cruente che per secoli sconvolsero l’Europa, che nel Nuovo Mondo segnarono un solco tra il nord dei padri pellegrini e il sud dei gesuiti, c’è qualcosa di più, nell’incontro tra chiesa cattolica ed anglicana.
Ci sono aspetti che vanno oltre, che investono la vita di tutti i giorni e la stessa visione politica della società umana. Con queste parole il primate anglicano Justin Welby si è rivolto a Francesco:
“.. Lei si è posto a fianco dei popoli migranti. Lei ha intrapreso iniziative sulla moderna schiavitù e il traffico umano, e molto di più. Lei ha dato forza sostanziale all’incontro delle nazioni sui cambiamenti climatici, a Parigi. Le sue lettere ed encicliche si sono rivolte ben oltre Roma e la sua chiesa, in una maniera che è universale..”
E nel documento che ha chiuso l’incontro c’è la linea di una politica mondiale:
“.. Possiamo e dobbiamo lavorare insieme per proteggere e preservare la nostra casa comune: vivendo, istruendo ed agendo in modo da favorire una rapida fine della distruzione ambientale, che offende il Creatore e degrada le sue creature, e generando modelli di comportamento individuali e sociali che promuovano un sviluppo sostenibile ed integrale per il bene di tutti..”
Non sono tempi, i nostri, che i potenti si preoccupino della “Polis”, quella “Polis” che include tutti, anche i più poveri, gli schiavi, gli invisibili, gli ultimi della terra.
Per loro esistono solo i titolari delle imprese industriali, i direttori della banche, i magnati della finanza, i profittatori di guerre sanguinose. La Merkel ed Hollande hanno ben altro per la testa, con le elezioni il prossimo anno. La candidatura alla presidenza Usa sembra riguardare non progetti e strategie politiche, ma piuttosto un pecoreccio familiare, tra ex molestate del marito, appellativi per la figlia, aree su cui afferrare le donne..
E da noi, l’ex sindaco di Firenze sembra convinto che la gente, quella vera, che si alza alle sei, che non è precaria, che non sa come sfamare i figli, non abbia bisogno di pane, di lavoro, di un minimo di serenità, di un sorriso. Ma solo di riforme (della costituzione-TitoloV°, della scuola, delle pensioni etc. E soprattutto di referendum: …“Siam pronti alla morte – l’Italia chiamò – Sì) .
E se il debito pubblico continua a salire non importa (tanto prima o poi si riuscirà a farla, la “Spending Review”) .. E se mai, lo si lascerà agli M5S…
Ma per fortuna, ci sono ancora persone come Francesco, come Justin Welby che hanno proposte diverse.
Proposte non solo per i loro fedeli, ma per tutti, donne ed uomini della terra. Che “hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come dice l’art.3 della nostra Costituzione (sempre che a qualcuno non venga in testa di cambiarne anche i Principi Fondamentali).
Proposte che attraverso loro sono state portate al Parlamento Europeo, all’Assemblea delle Nazioni Unite, al mondo intero.
Proposte che hanno sistemi sociali fondati non sul profitto, ma sulla solidarietà.
Proposte che hanno come riferimento l’essere, non l’avere delle persone.
Proposte che c’è da sperare diventino coscienza di tutte le donne e gli uomini di buona volontà.
Per un futuro diverso. Più giusto. Con più amore.
di Carlo Faloci