Referendum costituzionale: le ragioni del no
Domenica 4 dicembre si vota per il referendum sulla riforma costituzionale promossa dal governo, se la si vuole approvata si voterà si in caso contrario si metterà una croce sul no. Coloro che sono favorevoli alla suddetta riforma sono i partiti di governo(PD,UDC, SCELTA CIVICA E NCD) e verdiniani di Ala che danno un appoggio esterno alla maggioranza Sul fronte opposto, contrari alla riforma vi troviamo le opposizioni tra cui M5s,Sinistra italiana, minoranza dem, fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega nord. La riforma prevede: 1) Il taglio del numero dei parlamentari. 2) La trasformazione del senato in camera delle autonomie con la sostituzione dei senatori con consiglieri regionali e sindaci; quindi il superamento del bicameralismo paritario. 3) La soppressione del Cnel. 4) La ridefinizione delle competenze nel rapporto stato- regioni.
Tuttavia questa legge che si vorrebbe far approvare del popolo contiene molti aspetti negativi che ci devono indurre a bocciarla. Innanzitutto non supera il bicameralismo paritario e crea conflitti di competenza tra stato e regioni, tra camera e nuovo senato. Non produce semplificazione e moltiplica fino a 10 i procedimenti legislativi, incrementando la confusione. I costi della politica non si vedrebbero ridotti, perché secondo la ragioneria dello stato si risparmierebbero complessivamente solo 25 milioni di euro. La riforma conserva e rafforza il potere centrale a danno delle autonomie, private di mezzi finanziari. La partecipazione dei cittadini sarebbe diminuita, in quanto ci vorrebbero 150.000 firme per i disegni di legge di iniziativa popolare a fronte delle attuali 50.000. La millantata riforma innovativa è scritta in modo incomprensibile, prodotta da un parlamento dichiarato incostituzionale. Infine non garantisce la sovranità popolare, perché insieme alla nuova legge elettorale (Italicum), già approvata espropria la sovranità al popolo e la consegna ad una minoranza parlamentare, che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poteri.
Come si evince questa riforma non riduce i costi, non migliora la qualità dell’iter legislativo, ma toglie la sovranità al popolo. Bisogna dunque dire no allo scempio della Costituzione attuato attraverso una legge di revisione che sottrae poteri ai cittadini e mortifica il parlamento. Inoltre vi deve essere la massima opposizione ad un provvedimento che calpesta la volontà degli elettori, spianando la strada ad un regime politico fondato sul partito unico.
di Lucio Altina