Le stragi e la trattativa Stato-mafia

“Che le cose, nel 1992-94, siano andate come le racconta il boss Giuseppe Graviano lo sanno benissimo da 25 anni tutti quelli che se ne sono occupati: da un lato mandanti, suggeritori, complici ed eredi; dall’altro inqurenti, pm, giudici e giornalisti informati dei fatti”. Così scrive Travaglio domenica 11 giugno  riferendosi alle intercettazioni del boss Graviano. Le intercettazioni secondo la procura fanno riferimento alle stragi e alla trattativa Stato-mafia ed assumono un aspetto sempre più inquietante. “Berlusca mi ha chiesto questa cortesia…per questo è stata l’urgenza…” sussurra Giuseppe Graviano, il boss delle stragi al suo compagno di ora d’aria. “Nel 92 già voleva scendere…voleva tutto, ed era disturbato, perché era…acchianavu (sono salito)…nei…con quello…” Il boss delle bombe è la prima volta che parla di Berlusconi. E’ il 10 aprile del 2016:”Lui voleva scendere, però in quel periodo c’erano i vecchi, lui mi ha detto: ci vorrebbe una bella cosa”. Sono macigni le parole di Graviano, che entrano nel processo Trattativa Stato-mafia. La procura di Palermo pensa che Graviano voglia  far apparire Berlusconi come mandante delle stragi, ecco perché invia tutti i verbali tramite la Direzione Nazionale Antimafia, alle procure di Caltanissetta e Firenze. Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, replica:” Il presidente Berlusconi non ha avuto alcun contatto, diretto o indiretto, con il signor Graviano”.

Il boss Graviano, si confida durante l’ora d’aria, con il camorrista Umberto Adinolfi, nel carcere di Ascoli Piceno. Sa di essere ascoltato, e ciò che sussurra verrà trascritto e uscirà all’esterno. Si comunica anche con le intercettazioni, che in questo caso sono andate avanti per 14 mesi:” Ti ho portato benessere, poi mi è successa una disgrazia,mi arrestarono, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per i soldi, perché tu ti rimangono i soldi…dice, non lo faccio uscire più e sa che io non parlo perché sa il mio carattere e sa le mie capacità”. In un’altra intercettazione Graviano è molto esplicito:”Tu lo sai che mi sono fatto 24 anni, ho la famiglia distrutta…alle buttane glieli da i soldi ogni mese. Io ti ho aspettato fino adesso…e tu mi stai facendo morire in galera senza che io abbia fatto niente”. Racconta anche di quando aveva complicità eccellenti:” Avevamo acchiappatu un paisi di chiustu ‘ni manu”.

I pm Di Matteo, Teresi, Tartaglia e Del Bene, hanno depositato più di 5000 pagine di intercettazioni, effettuate dal centro operativo Dia di Palermo. Un nuovo mistero nel capitolo della Trattativa Stato-mafia, che tra gli imputati vede anche Marcello Dell’Utri, braccio destro di Berlusconi, attualmente detenuto in carcere per scontare una condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il boss Graviano, dice anche che:” nel ’93 ci sono state altre stragi ma no era la mafia, loro dicono che era la mafia. Allora il governo ha deciso di allentare il 41bis, poi è la situazione che hanno levato pure i 450”. Dopo terminarono le bombe:” Non volevano più le stragi…la montagna mi diceva no…è troppo”. Chi è la montagna? Poi Graviano dice l’offerta ricevuta ma non da chi:” Ci proposero il passaporto e 50 milioni”. Racconta anche che con la moglie dormiva in cella insieme, in regime di 41bis. Intanto i pm di Palermo sono andati il 28 marzo scorso ad interrogare Graviano e gli hanno contestato alcuni passaggi intercettati, chiedendo di chiarire. IIl boss si è avvalso della facoltà di non rispondere:” Sono distrutto psicologicamente e fisicamente con tutte le malattie che ho, non sono in grado di affrontare un interrogatorio”. Ma si è lasciato scappare un messaggio sibillino:” Quando sarò in condizione sarò io stesso a cercarvi, per chiarirvi alcune cose che mi avete detto”. E’ sata aperta una nuova indagine bis sulla Trattativa Stato-mafia, Giuseppe Graviano è il primo degli indagati di una lista che al momento è segretissima.

di Claudio Caldarelli

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