La diga di Belo Monte

Distruggere la foresta per produrre energia pulita, non è un ossimoro ma lo sfruttamento selvaggio del territorio per profitto e avidità

Le dighe, in qualsiasi angolo della terra si costruiscano, portano sempre grandi cambiamenti. Voi al clima, vuoi al territorio. Cambiamenti che a volte complicano la vita di interi ecosistemi.

Le dighe, con i loro sbarramenti, producono energia elettrica. Ma il rovescio della medaglia sta nel fatto che producono anche distruzione. Bisogna conoscere quanto si è disposti a distruggere rispetto a quanto si può produrre.

Se lo chiedono pure i dodicimila indigeni che hanno abbandonato e dovranno ancora abbandonare le terre per la costruzione della terza diga idroelettrica al mondo. Quella di Belo Monte, in Brasile, in Amazzonia.

Che ironia, distruggere la foresta per produrre energia pulita. Questo proprio non se lo spiegano gli indigeni Kayapo che devono far fagotto, insieme ad altre 40.000 persone che saranno danneggiate dalla diga. Già perché la diga capta l’80% dell’acqua da un fiume. È inevitabile che rimarranno senza acqua intere comunità locali. Senza acqua, senza pesci e senza la loro via di comunicazione principale. Il fiume Xingu, terzo affluente del Rio delle Amazzoni.

Cinquecento chilometri quadrati di foresta allagati. Una grave ferita al polmone verde del mondo. Un ferita che non si rimarginerà mai. Anche perché, diga a parte, questo grande polmone è sempre più rosicchiato dalle industrie di legname e da quelle estrattive.

Costata oltre 17 miliardi di dollari  la centrale idroelettrica di Belo Monte, nonostante la violazione della costituzione brasiliana e del diritto internazionale, ha iniziato l’attività a novembre 2015. L’impatto della diga sulla biodiversità fluviale e sulle popolazioni indigene è stato subito evidente..

La diga ha colpito anche la sopravvivenza delle tartarughe, come la tartaruga Arrau (Podocnemis expansa), è minacciata. La spiaggia Tabuleiro do Embaubal, un importante sito di riproduzione per le tartarughe in tutto il bacino amazzonico, si trova a poca distanza dalla diga. Dicono i biologi che ogni anno le tartarughe compiono una migrazione di 400 chilometri risalendo il Rio delle Amazzoni per deporre le uova in questa spiaggia. Norte Energia, responsabile della costruzione e della gestione della centrale idroelettrica di Belo Montesi era impegnata a gestire correttamente i siti di riproduzione delle tartarughe, cosa che non è avvenuta. Si è così, oltre la diminuzione del pesce, incentivato il bracconaggio illegale di tartarughe.

Il concessionario Norte Energia, dovrà presentare una delocalizzazione residenziale per 968 famiglie che ora vivono in un quartiere di Altamira, una città che è stata più colpita da costruzione della diga idroelettrica sul fiume Xingu. I residenti di quel Distretto da tempo chiedevano alla società di essere inclusi nelle condizioni ambientali del programma, ma sono stati lasciati fuori perché, secondo la Norte Energia non sarebbero interessati dalle opere e dal riempimento del serbatoio centrale della diga idroelettrica. Altamira è adiacente al lago di Belo Monte e ha avuto diverse aree allagate dalla costruzione dell’opera.

Le 968 famiglie coinvolgono circa 3.000 persone. Queste famiglie, secondo i dati di IBAMA (Istituto brasiliano dell’Ambiente e delle risorse naturali rinnovabili) istituto, nonché braccio amministrativo del Ministero dell’ambiente brasiliano, responsabile per la realizzazione della politica nazionale ambientale, vivono oggi in 548 residenze. Di queste, 293 case sono palafitte, baracche di legno erette in aree di piena. Tutto dovrà essere rimosso. Per quanto riguarda le altre residenze, verranno valutati casi di danni in denaro o, in situazioni diverse, collegamenti con reti di risanamento e miglioramento delle condizioni generali del luogo.

Per eseguire il lavoro, IBAMA ha ordinato alla Norte Energia di presentare un piano di lavoro per la rimozione di famiglie che vivono in palafitte e proprietà che non è possibile collegare il sistema fognario per gravità.

La valutazione fatta da IBAMA è che l’opera idroelettrica ha influenzato il territorio, generando un significativo incremento dei posti di lavoro a partire dal 2010, quando la licenza ambientale dell’impianto è stato rilasciato. La speculazione immobiliare che si è di conseguenza generata è stato il principale fattore per l’occupazione disordinata nell’area del bacino. Nella valutazione di IBAMA, il comune di Altamira ha anche contribuito all’impatto nell’area interessata dalla diga, implementando le costruzioni locali e non supervisionando l’occupazione del territorio del comune.

Di fatto è stata devastata una grande area fluviale, un territorio grande quanto la Valle d’Aosta che è andato perso solo per produrre energia (a ranghi ridotti). Si distrugge l’ambiente per produrre energia favorevole all’ambiente. Assurdo.

di Fabio Scatolini

 

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