Non cambiamo, ma potenziamo, la legge contro il caporalato

E’ vero, il grande capitale europeo non ha bisogno di importare manodopera a basso costo dall’Africa subsahariana, in quanto con la progressiva riduzione dei diritti dei lavoratori in atto nel mondo occidentale, presto se li troverà in casa, gli schiavi da mandare nelle piantagioni di pomodori. Ma nell’attesa gli africani fanno comodo eccome.

Lo sanno, ad esempio, le tante aziende agricole in Puglia che dichiarano di utilizzare solo manodopera familiare ma che in realtà sfruttano quella stagionale a bassissimo costo trovando spesso il modo eludere i controlli. Adesso però – o meglio, dal 2016 – c’è una legge che rende la vita un po’ più difficile alle imprese sfruttatrici del lavoro nero per la corsa all’”oro rosso”. La legge contro il caporalato non solo ha apportato una novità sostanziale in merito a tale attività criminale, configurandola come reato a prescindere dalla sua forma – organizzata o meno –e dalle sue modalità-siano esse violente, minatorie o intimidatorie; ma, suddetta legge, ha anche introdotto la previsione di una responsabilità penale per il datore di lavoro che «utilizza, assume o impiega manodopera» anche mediante l’attività di intermediazione del caporale «sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamentoe approfittando del loro stato di bisogno».

Insomma la misura introdotta nella scorsa legislatura, consentendo la condanna degli “utenti finali” del caporalato, sembra aver portato a una riduzione del fenomeno. Lo confermano anche i numeri dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro: nel 2017 le ispezioni effettuate hanno individuato5.222 lavoratori irregolari e 387 vittime di sfruttamento in agricoltura per mezzo dell’attività di polizia giudiziaria; inoltre sonostati emessi 360 provvedimenti di sospensione di attività imprenditoriali, di cui 312 successivamente revocati a seguito di regolarizzazione.Adesso Salvini e Centinaio vorrebbero cambiarla, questa legge, perché dicono che non funziona. Magari – penseranno – sono meglio i voucher per far emergere il nero. Peccato però che prima bisogni puntare al rosso, il rosso pomodoro.

di Valerio Di Marco

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