Jerry Masslo ucciso dall’apartheid italiana

In Italia c’è la schiavitù. Gli schiavi, sono migliaia, sfruttati per lo più nei campi. Raccoglitori di pomodori, di arance, di melanzane, di meloni e cocomeri, insomma di tutti quei prodotti agricoli, che noi occidentali consumiamo quotidianamente. Sono trattati come schiavi, vivono come schiavi e muoiono come schiavi. In regime di apartheid, cioè di separazione razziale o razzista.

Jerry Masslo era uno di loro, fu ucciso, durante un tentativo di rapina, il 25 agosto 1989 a Villa Literno. Jerry è stato ucciso a soli trenta anni, nelle campagne del casertano, in quel l’inferno chiamato Villa Literno, dove vige ancora la schiavitù e si vive emarginati dal resto della società. La filiera agricola, oggi come allora, necessita di braccia incatenate sotto il sole cocente del mezzogiorno. I ragazzi e le ragazze di colore, fuggiti dagli inferni della guerra, della fame e della povertà, si ritrovano negli inferni italiani sparsi lungo tutto la penisola. Un inferno senza fine, dove spesso la morte è una liberazione dalla prepotenza, dalla violenza e dallo sfruttamento dei caporali, veri aguzzini al soldo dei grandi proprietari terrieri.

Jerry Masslo è morto, ucciso, in questa terra inospitale e inaccogliente, dove solo la voce di Papa Francesco chiede giustizia, uguaglianza e fratellanza. L’indifferenza uccide più del fucile, in queste campagne desolate, bruciate dal sole, migliaia di persone, di donne, e di bambini, vivono da schiavi, senza diritti, segregati. È l’apartheid italiana. L’apartheid che nasce dalla indifferenza. L’apartheid che genera profitto e arricchisce imprenditori senza scrupoli, che magari la domenica vanno in chiesa a prendere la comunione, vestiti a festa, con i figli per mano, seduti nei banchi in prima fila. Vengono riveriti e ossequiati. Nessuno vede le loro mani sporche di sangue. Sangue innocente di uomini, donne e bambini, schiavizzati e segregati nelle capanne di lamiera. Le stesse mani, sporche del sangue di Jerry Masslo, ucciso, a Villa Literno, nell’agosto dell’89, ucciso perché era fuggito dall’apartheid del suo paese, il Sudafrica. L’apartheid, un impianto crudele, costringe migliaia di nostri fratelli, a vivere in condizioni atroci, caratterizzate da confinamenti socio-spaziali e residenziali, disuguaglianze, disumanità, privazione di ogni libertà e annullamento della dignità. Questo accade nei lager della Libia e nei campi di pomodoro.

Jerry Masslo, voleva essere libero, voleva pensare libero, voleva la sua dignità e pensava che in Italia era possibile essere trattato con umanità. Jerry ha scoperto che in Italia la schivatù è come quella del Sudafrica, e l’apartheid è segregazione ovunque viene applicata. Villa Literno esiste. Esistono decine di Villa Literno nel nostro paese e migliaia di schiavi, uomini, donne e bambini che vengono trattati da animali nella indifferenza della politica e delle istituzioni, che chiudono gli occhi non vedendo la segregazione che uccide lentamente ogni giorno, tutti i giorni. Jerry Masslo è stato ucciso in regime di apartheid con la complicità degli indifferenti.

di Claudio Caldarelli

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