Angelica e Orlando, il gioco dell’amore

14 febbraio, San Valentino, festa degli innamorati.

14 febbraio, San Valentino, il giorno in cui chiunque si sente autorizzato a parlare d’amore e tutti, per solito, lo fanno. Se di molti apprezziamo i tentativi, dei più rileviamo gli scarsi risultati. Tema difficile, l’amore, che tuttavia da sempre ci intriga.

Con le pene d’amore  si cimenta con successo Matteo Maria Boiardo col suo Orlando innamorato al termine del Medio Evo, a un soffio dalla scoperta dell’America, quando ormai da tempo cercare la gloria nello scontro in battaglia non è più l’unica vocazione umana e l’amore è considerato qualcosa in più di una pausa piacevole tra una guerra e l’altra.

Però che Amore è quel che dà la gloria/

e che fa l’homo degno ed onorato/

amore è quel che dona la vittoria/

e dona ardire al cavaliere armato

L’ Orlando innamorato, composto a partire dal 1476 e pubblicato nel 1483 è uno dei poemi cavallereschi più innovativi e sorprendenti, fonte inesauribile di fiabe dalla sorprendente e limpida bellezza, abitate da eroi e principesse dagli amori indescrivibili, negromanti crudeli e animali fantastici. Se prima del Boiardo i cavalieri erano semplicemente eroi di battaglie e gesta gloriose, con lui diventano uomini soggetti all’ errore e alla passione.

“Io che stimavo tutto il mondo nulla/

senz’arme vinto son da una fanciulla”

Cavalli più veloci del vento, dèmoni, giganti a cavalcioni di giraffe, anelli incantati, negromanti, maghe, armature fatate,  prigioni sottomarine, cervi dalle corna dorate, la storia d’amore tra Orlando ed Angelica è dominata dalla fantasia, uno dei doni più preziosi che la natura ha dato all’uomo. Boiardo immagina un mondo completamente  irreale dove personaggi buoni e cattivi rappresentano quel che l’uomo sente più forte dentro di sé: amore, paura,  desiderio, coraggio, senso della giustizia.

Cos’è che fa innamorare un uomo?

Nell’Orlando innamorato all’uomo  basta per innamorarsi  l’apparizione della bellezza assoluta: Angelica si presenta ad un ricevimento di Carlo Magno e tutti, baroni, principi, cristiani e pagani, restano d’un tratto folgorati. La forza di attrazione di Angelica è una stregoneria, ha la meglio su tutti e su tutto.

Se la scienza oggi fa dipendere l’amore dagli ormoni, riducendo l’interpretazione dei sentimenti ad una reazione chimica frutto del caso, gli eroi del Boiardo non conoscono ormoni e si innamorano quando bevono dalle fontane fatate. E per una fontana che fa innamorare, naturalmente c’è anche una fontana che fa disamorare, perché gli amori corrisposti, si sa, sono rari e fortunati. L’amore dunque è un incantesimo, qualcosa di impalpabile e prezioso che solo l’innamorato può sentire. L’amore mostra l’altro con occhi nuovi, capaci di scoprirne le bellezze nascoste che nessun altro sa vedere. Evidentemente l’amore va molto più d’accordo con la magia che con la biochimica, una magia che cambia il mondo, lo fa diverso, più bello, lo accende di un’ altra luce.

Le luci di Natale quest’anno si sono accese nel paese dove Matteo Maria Boiardo nacque, scrisse ed abitò, su due grandi alberi, un acero e una quercia, due alberi “innamorati”, uno a rappresentare Angelica, uno a rappresentare Orlando.

Spente le luminarie di Natale, Angelica e Orlando sono stati messi a dimora insieme nel giorno di San Valentino, l’uno di fianco all’altra, nel parco di una scuola. Perché le storie d’amore non finiscono mai e perché l’amore va curato, guidato e seguito fin dal suo primo apparire, spesso tra i banchi di scuola. L’amore si impara, ha codici, linguaggi e responsabilità.

L’Orlando innamorato resta per sempre un perfetto cavaliere, che accompagna e difende Angelica senza mai toccarla.

E’ l’amore maleducato quello che, purtoppo, uccide.

di Daniela Baroncini

 

 

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