Obbedienza, povertà e castità…

Obbedienza, povertà e castità, la trinità dell’esistenza, il tre in uno, il computo quantico di tutte le nostre incertezze che si trasformano in umiltà del donare. Le tre parole che ne racchiudono una sola: Amore. L’amore, quello che non si impara. L’amore, quello che non si insegna. L’amore, quel sentimento strano, talmente strano da essere confuso con il sesso. L’amore, quello che se lo percepisci, quando ti attraversa l’anima, obbedisci. L’amore, quello che se lo respiri, quando ti manca il fiato, lo doni. L’amore, quello che se lo hai dentro al cuore, ti fa casto.

Così, Francesco, nato da Pietro di Bernardone, nel 1182, figlio di commercianti di stoffe, madre francese, Pica Boulermont nobile di rango, fu battezzato Giovanni. Poi, in seguito si ribattezzò Francesco. Giovane inquieto, partecipò alla guerra contro Perugia, dove fu fatto prigioniero. Partecipò anche alla quarta crociata. Dove si ammalò. Curato dai sufi, uomini che cercavano la verità e in segno di umiltà indossavano un abito misero, di lana, con cappuccio, dalle maniche larghe. Obbedienza, povertà e castità. La trinità dell’amore, entra nell’animo di Francesco prima ancora che il futuro accada. E accade che, i sufi, con il loro gesti, con il loro operato, con la loro forza d’animo, cercando Dio, incontrano Francesco. I sufi, persone inquiete che percorrono i sentieri tortuosi alla ricerca della verità. Usano termini sconosciuti a Francesco: pace e bene. Parole molto in uso nei paesi arabi, non da noi, dove si organizzano eserciti per liberare il Santo Sepolcro, uccidendo, violentando e razziando. Pace e bene, dicono i sufi, ogni qualvolta è necessario. E, necessario lo è sempre: pace e bene. Obbedienza, povertà e castità.

Pace e bene. Non è facile, tornare ad Assisi con questo bagaglio culturale fatto di scelte e di verità comprese con uomini che si dovevano combattere. Pace e bene, non è facile neanche dirlo. Ma Francesco ha scoperto l’amore, ha scoperto che donare è amore. Ha scoperto che povertà è amore. Ha scoperto che castità è amore. Ma ad Assisi non lo sa ancora nessuno, siamo nel 1200.

Francesco si spoglia. Getta via gli abiti della ricchezza. Indossa il saio della povertà, dell’umiltà e dell’amore. La sua trinità gli dona la forza di essere colui che ama e dona l’amore. Con un gruppo di amici intraprende vie impervie, ripide, le vie della sopravvivenza, per sostenere gli ultimi, in particolare i lebbrosi. In dodici scrissero la regola dei frati minori: obbedienza, povertà e castità, cioè l’amore.

L’amore per l’obbedienza nel rispetto delle persone, degli animali e delle piante. L’obbedienza alla natura, così che sorella acqua non sia inquinata e fratello sole non sia offuscato dagli scarichi e dalle emissioni delle fabbriche e delle automobili.

L’amore per la povertà, per capire che abbiamo di più di quanto ci spetta. Per capire che il consumismo uccide l’amore e il pianeta. Per essere più poveri per essere tutti più ricchi. L’amore per la povertà, è l’amore della nostra ricchezza, interiore, filosofica, umana, fisica e morale. L’amore della nostra povertà e l’amore per i nostri “sorelli” ovunque siano. Spezzando il pane, si compie un gesto d’amore oltre ogni orizzonte, spezzando il pane siamo fratelli dei nostri fratelli e sorelle delle nostre sorelle, uniti da un amore che può nascere solo dalla condivisione della povertà dell’amore. La povertà dell’amore ci rende liberi dalla schiavitù del consumo.

Castità, l’amore della castità è un evento straordinario, accade a pochi, ma accade, quando l’amore ti pervade in ogni tua cellula, in ogni parte del tuo corpo, in ogni azione. L’amore ti accade quando senti che la tua castità è “non la rinuncia ad un rapporto sessuale” ma la scelta di amare una persona oltre ogni limite, oltre ogni cielo. L’amore della castità è l’amore della Madre, di Dio Madre che carezza e redarguisce il figlio, anche quando si fa crocifiggere per salvarci. Un amore così intenso da essere luce che appare su una croce, quando un figlio si immola per il Padre, e la Madre lo accoglie a se, sapendo che il figlio ha scelto di amare in castità, perché ha scelto di essere amore. L’amore che accade, no ogni duemila anni, ma ogni giorno di tutti i giorni a venire. L’amore accade, quando sei felice di essere casto per la donna/uomo che ami, perché il tuo cuore batte all’unisono con il cuore dell’amata/o e la castità che scegli è il dono dell’amore che DioMadre ha riservato ai suoi figli, affinché possano amarsi nei gesti e nella quotidianità di tutti i giorni, sorridendo della felicità che ci è concessa.

Ama te stessa/o ama i tuoi fratelli, ama in obbedienza, ama in povertà, ama in castità, questo è il dono, questa è la nostra anima essenziale. Il copro vive grazie al respiro, l’anima vive grazie all’amore. Così come il corpo muore se smette di respirare, l’anima muore se non c’è l’amore. Milioni di persone vivono come zombie, perché l’amore non è mai accaduto. Sono efficienti, lavorano, si arricchiscono di monete, ma un giorno muoiono, senza aver vissuto un giorno d’amore. Perché per vivere è necessaria l’anima, e in loro manca l’amore quindi manca l’anima. Solo l’amore crea l’anima. L’anima prende vita nell’amore. Puoi avere un corpo magnifico, ma sarà un bellissimo cadavere. Molti hanno un corpo bello che sa di cadavere, manca l’anima, manca l’amore. Manca il significato della vita: obbedienza, povertà e castità. L’anima che nasce dalla trinità dell’amore. Il significato esistenziale si trova solo tramite l’amore. Pertanto, ama, sempre di più, dona sempre si più, permetti all’amore di manifestarsi nella tua vita di tutti i giorni. Nel momento in cui l’amore inizia ad animare la tua vita, DioMadre inizia a manifestarsi dentro di te, in obbedienza di povertà e castità…

di Fabrizio Lilli e Claudio Caldarelli