La manutenzione della vita

Madri e padri che sollevano i figli per passarli ad altre mani. Mani sconosciute. Braccia di uomini in divisa, al di là di un muro perimetrale e del filo spinato che divide la morte certa dalla speranza. Hanno fatto il giro del mondo le immagini scattate all’aeroporto di Kabul: un soldato tiene per un braccio, tirandolo a sé, un neonato in lacrime, con le gambette nude e i calzoncini verdi. Sotto quel corpicino che penzola e piange, i suoi genitori con le braccia ancora alzate e le mani aperte, pronti ad afferrarlo se dovesse sfuggire alla presa. Accanto a loro, migliaia di altri uomini e donne; altri bambini alzati, nella speranza che qualcuno li afferri. Insieme alle forze armate che ancora presidiano l’aeroporto di Kabul, anche il diplomatico italiano, Tommaso Claudi, è salito sul muro per aiutare un bambino afghano a varcare quel confine.  Questa volta è l’Afghanistan, dove da pochi giorni il regime talebano è arrivato nella capitale.   Prima sono stati i Balcani, l’Iraq, altre guerre, altri esodi, altre fughe. Per mare e per terra. Le immagini di chi tenta di salvare i propri figli nel punto massimo di disperazione si ripetono. E si ripete il dolore insostenibile, la straziante sensazione di impotenza. Sui social si leggono anche i commenti di chi si affretta a dire: “Io non lo avrei mai fatto”. Un giudizio frettoloso, appunto. Il giudizio di chi vede, in quel passaggio di corpi, qualcosa di selvaggio che non gli appartiene.  Non riconosce, in quel gesto, la manutenzione della vita; la capacità di tenere con mano; di mantenere una vita perché duri a lungo, perché rimanga in essere. Bambini che diventeranno profughi. Bambini che cresceranno senza il calore di quelle mani che li hanno sollevati, staccati da quella terra gialla dove l’unica certezza, in questo momento, è la presa di potere da parte di talebani armati fino ai denti. Talebani con il dito puntato sul grilletto, che girano casa per casa con la lista delle donne, delle madri da scovare. Talebani che imbracciano armi vendute da chi ora si scandalizza per questi bambini passati di mano. Il Segretario della Difesa britannico, Ben Wallace, a Skynews, ha ribadito che “nessun minore non accompagnato sarà portato fuori dall’Afghanistan”. Migliaia le persone, tra cui moltissime donne e minori, sono ancora chiusi in un territorio che diventerà – nella migliore delle ipotesi- prigione, tortura, schiavitù.

Sono stati attivati i corridoi umanitari, ma il tempo stringe. I talebani hanno fissato una data, il 31 agosto, oltre la quale non sarà più possibile procedere all’allontanamento degli afghani. E intanto i nuovi profughi iniziano ad arrivare negli aeroporti europei. Ad accogliergli operatori della Croce Rossa, agenti di polizia, associazioni di volontariato. Altre mani tengono per mano, si tengono per mano.  Ancora la manutenzione della vita.

di Nicoletta Iommi

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