Il Papa: «Contratti dignitosi per chi lavora»

“Grazie per il bene seminato in questi anni di vita”. Con queste parole Papa Francesco si rivolge ai membri del Movimento Cristiano Lavoratori che incontra in Vaticano nell’ambito delle celebrazioni dei 50 anni di attività della loro organizzazione, nata “sotto la benedizione” di Papa Paolo VI. “Grazie – prosegue Francesco – per l’impegno con cui vi siete messi al servizio della società italiana attraverso le attività di formazione, i circoli, il patronato, l’attenzione al mondo del lavoro nelle varie sfaccettature e il servizio civile”.

Un anniversario, i cinquant’anni, che può essere un’occasione, afferma il Papa, per guardare alla propria storia e per proseguire “a camminare in due direzioni: un’opera di purificazione e una nuova semina. Si tratta di permettere che i giovani trovino il loro spazio, che sia custodito e condiviso lo spirito di gratuità, che non si perda l’intraprendenza degli inizi preferendo scelte rassicuranti che non aiutano a vivere le novità dei tempi.

Il cambiamento è sotto gli occhi di tutti, il lavoro attraversa una fase di trasformazione che va accompagnata e occorre combattere contro ogni forma di schiavitù e di sfruttamento”.

Si tratta dunque di guardare avanti, prendere consapevolezza della trasformazione, impegnarsi per una nuova semina quanto più necessaria nella difficile e cupa stagione che stiamo vivendo a causa della pandemia, prima, e poi della guerra.

“Questo vi chiama ad essere seminatori di speranza”, afferma il Papa, specie per quanto riguarda il mondo del lavoro. E sottolinea l’importanza che i lavoratori e i loro problemi trovino ascolto all’interno della comunità cristiana.

Aggiunge che le disuguaglianze sociali, le forme di schiavitù e di sfruttamento, le povertà familiari a causa della mancanza di lavoro o di un lavoro mal retribuito sono realtà che devono trovare ascolto anche negli ambienti ecclesiali. Sono forme di sfruttamento deplorevoli.

E poi continua: “Vi esorto a tenere mente e cuore aperti ai lavoratori, soprattutto se poveri e indifesi; a dare voce a chi non ha voce; a non preoccuparvi tanto dei vostri iscritti, ma di essere lievito nel tessuto sociale del Paese, lievito di giustizia e di solidarietà”.

Papa Francesco raccomanda particolare attenzione per il lavoro femminile e dei giovani, un lavoro che, specifica, veda “contratti dignitosi e non da fame”, e salvaguardi tempi e spazi di respiro per la famiglia.

Osserva poi che il Movimento fa riferimento alla dottrina sociale della Chiesa con al centro i principi di solidarietà e di sussidiarietà, ricorda che “le famiglie, le cooperative, le imprese, le associazioni sono il tessuto vivo della società, e lo dimostra il fatto che tante aggregazioni e organizzazioni della società civile aiutano a compensare le debolezze della Comunità Internazionale e dello Stato”.

Molto più che un invito ad agire su questo delicatissimo problema, un monito, un’esortazione, un ammonimento delicato e allo stesso tempo deciso, grintoso e severo contro chi dovrebbe agire e non agisce, contro coloro che per il ruolo che ricoprono dovrebbero mettere tematiche come questa ai primi posti delle priorità da affrontare, arginare e combattere.

Rivolgersi dunque al Movimento Cristiano Lavoratori e a tutte le organizzazioni di volontariato vuol dire anche sottolineare la mancanza, l’assenza e l’inadempienza di un potere che sembra sempre più calpestare i più deboli.

Stefania Lastoria

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