La coscienza di Pedro: le sue attrici, i suoi attori feticcio

Le attrici, gli attori feticcio di Pedro Almódovar formano una collana di perle che è tra le più preziosa nella cinematografia mondiale. E prevalentemente al femminile: Carmen Maura, Marisa Parades, Victoria Abril, Rossy de Palma, Cecilia Roth, Penelope Cruz, tra le principali. Tra gli attori limitiamoci a Javier Bardem e – soprattutto – Antonio Banderas. Di quest’ultimo è stato scritto che non solo è il suo alter ego, ma mette a nudo l’anima di Pedro. Sotto il titolo La legge del desiderio, al Cinema Beltrade di Milano e al Cinema Farnese di Roma continua la retrospettiva di cinque film del maestro che ha rinnovato il cinema spagnolo e mondiale. Il pubblico ha accordato e continua ad accordare consenso a questa iniziativa realizzata da CG Entertainment.

Questo apprezzamento sta anche a indicare che il termine retrospettiva coglie solo in parte la rinnovata attenzione con cui si guardano e ri-guardano le opere del passato. Uno sguardo nuovo che si fa ri-guardo in senso pieno, attuale, presente. Anche perché non solo il cinema di oggi, ma soprattutto quello di domani ha camminato e sta camminando sulle spalle di questi cine-giganti. Offrendo loro sguardo e riguardo, li si riconvoca a ogni fotogramma e frame tra noi, come le persone più care che hanno accompagnato la nostra infanzia, adolescenza, giovinezza. Attraverso le loro inquadrature, sequenze, movimenti della macchina da presa, luci, penombre intessiamo ci stiamo già preparando ad accogliere, percepire quelle di autrici e autori del futuro. E di consegnare la sensibilità visiva dei nostri sguardi ai visionari di domani. Ogni vera opera d’arte, infatti, appare sul grande schermo della realtà e del cinema già intessuta di ogni singolo sguardo che l’ha accolta in sé, l’ha nutrita e restituita arricchita.

Tutti i grandi registi che hanno segnato la storia del cinema mondiale hanno avuto in interpreti feticcio il loro alter ego, ossia qualcosa che era nello stesso tempo identico e diverso da sé. Marcello Mastroianni per Federico Fellini, per citare solo uno degli alter ego più conosciuti e risaputi in tutto il mondo. Così le attrici, attori feticcio almodovariani che stiamo vedendo, rivedendo in questi giorni sugli schermi del Beltrade e del Farnese sono la presenza stessa del regista in sala, vicino a noi. È vero, infatti, che un grande regista si manifesta sullo schermo e dentro di noi soprattutto attraverso un suo inconfondibile alto stile cinematografico. Sua necessità esistenziale, però, è soprattutto quella di essere persona, volto, voce, corpo, epidermide sensibile: come lo siamo noi seduti su quelle poltrone davanti alle sue immagini. Quelle attrici, quegli attori sono l’incantesimo della maschera del proprio volto , delle proprie movenze, che svelano, ri-velano, ossia nell’atto stesso di togliere il velo a Pedro glielo rimettono. E non solo a Pedro, alla sua coscienza, ma anche alla nostra. E alla bellezza, all’esistenza stessa: in noi e fuori di noi. Perché solo questo gioco ce le fa avvertire più intensamente.  

Riccardo Tavani

 

 

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