3. Salina, i film e i giorni. Diario di un festival

Sabato, 16 settembre. Mattino. Malfa, Centro Congressi. Secondo giorno dei film in concorso. Alle 10: L’expérince Zola, di Gianluca Matarrese. Ore 12: Chutzpah – Qualcosa sul pudore, di Monica Stambrini.

 L’expérince Zola, con Anne Barbot e Benoît Dallongeville. Dal romanzo Lo scannatoio, di Émile Zola, una vertiginosa messinscena teatrale e realizzazione cinematografica girata a mo’ di documentario. Anne, una regista di teatro, appena separatasi dal marito e traslocato di casa, è aiutata da Benoît, un vicino di casa attore disoccupato. Lai sta lavorando sull’idea di rappresentare un testo letterario L’Assommoir, scritto nel 1877 da Zola. Lei stessa lo interpreterà nel ruolo femminile principale di Gervaise. Il ruolo maschile finisce per affidarlo a Benoît. Finzione e realtà iniziano a intrecciassi. I due finiscono per innamorarsi, sposarsi, progredire insieme sulla scena. Qualcosa, però, bruscamente si rompe. Benoît ha un brutto incidente sul palco e tutto precipita. Da augurarsi, per la sua forza drammatica e stilistica, di vederlo presto proposto nelle sale, non tanto come documentario, ma come film vero e proprio qual è.

Chutzpah – Qualcosa sul pudore. Chutzpah è parola ebraica dal significato di impudente. Originariamente in accezione negativa, ha poi assunto un significato anche positivo, nel senso di audace, che non si fa condizionare nell’esprimersi coraggiosamente. È quello che fa l’autrice del film Monica Stambrini. Coraggio, audacia nell’esprimere senza pudore, scopertamente i problemi personali, intimi che l’attanagliano e che le derivano dalla separazione dei genitori e dal conflitto con sua madre. Non solo: audacia anche nell’esprimerlo in una forma cinematografica anch’essa impudente, eterodossa. Per questo il film ha una cifra stilistica sperimentale, la quale è essa stessa parte stratificata costituente del contenuto narrativo, da esso in nessun modo separabile.

Santa Marina. Mattina. Parallelamente ai film in concorso a Malfa, nel Centro studi di Santa Marina, una rassegna è stata dedicata alla regista belga Agnès Varda, una delle più fulgenti, originali rappresentati della Nouvelle Vague. Sono stati riproposti tre suoi film non molti conosciuti, tra cui sul suo incontro con la grande documentarista italiana Cecilia Mangini. Proiezioni seguite sempre da incontri, dibattiti, vere e proprie lectio magistralis sulla Varda tenute da Paolo Pisanelli e Giovanna Taviani.

Altro capitolo tradizionale del Fest è quello del passaggio del testo letterario allo schermo. Quest’anno i due poli sono stati rappresentati da Francesca Marciano e Valeria Golino. Sceneggiatrice la prima, attrice, ma oggi soprattutto autrice regista la seconda. Accomunate dall’impresa di portare sugli schermi televisivi una serie ispirata a un romanzo molto irregolare L’arte della Gioia, scritto da Goliarda Sapienza, stampato postumo per la prima volta in Italia nel 1988 da Stampa Alternativa.

Santa Marina. Pomeriggio, ore 15. Continua la rassegna dedicata alla regista iraniana Firouzeh Khosrovani. Due film Rough Cut, 2008, e Duty Fest, 2014. Alle 18 conversazione con Isabella Ragonese, condotta da Enrico Magrelli, su Rosa Il Canto delle Sirene, suo primo film da regista, dedicato a Rosa Balistreri, indimenticabile figura di cantautrice popolare siciliana, fatta conoscere in tutta Italia dagli spettacoli di Dario Fo. Impresa non facile che Ragonese affronta scegliendo la chiave della contemporaneità. Affida alla voce di diverse donne di oggi la testimonianza della violenza subita da loro, dai senza voce, e per la conquista di nuovi diritti. Tutti temi sia cantati, sia dolorosamente vissuti in prima persona da Rosa Balistreri.

Santa Marina. Sera. Proiezione in piazza del film di Isabella Ragonese, seguito dal concerto con letture dedicato proprio a Rosa Balistreri. Letture del cuntista Gaspare Balsamo nei panni del grande poeta siciliano Ignazio Buttitta, il quale ha avuto un lungo sodalizio artistico e anche sentimentale con la cantante, per la quale ha scritto anche testi di canzoni. Il centro del concerto sono la voce e la chitarra acustica di Etta Scollo. Di lei, insieme a Balsamo, abbiamo già parlato nel primo articolo di questo diario. Qui dobbiamo solo aggiungere che Etta Scola è davvero una Maestra, nel senso della sapienza artistica, che incanta, dà i brividi con la sua sensibilità interpretativa e musicale. È quello che ha provato la platea che l’ascoltava e che le ha tributato prolungati applausi e alte grida di “Brava, brava, brava Etta!”. 

Riccardo Tavani

 

Print Friendly, PDF & Email