La petite

Ci sono temi d’attualità controversi, scabrosi di cui il cinema non può fare a meno di occuparsi. Questo perché esso è fondato sull’immagine, ossia sulla realtà così come essa arriva ai nostri sensi, ossia principalmente attraverso la vista. Quale sono i generi, gli stili per mostrarci in maniera più efficace, chiara queste vicende di cui sappiamo ancora poco e solo per sentito dire. Il tema infatti è qui quello della maternità surrogata, o gestazione per altri. Una coppia di giovani uomini gay, che avevano trovato una ragazza che si fa inseminane per loro, muoiono entrambi in un incidente aereo. Chi è questa ragazza, dove vive, cosa fa nella vita? I genitori dei due gay non ne sanno niente, e per legge lei deve restare totalmente anonima.

Lo stile drammatico, di qualità artistica è per antonomasia il mezzo più adatto a questo scopo. Spesso, però, esso rimane confinato a un pubblico di cinephile, che è generalmente anche quello più informato. Per questo, a volte, riesce meglio allo scopo un film maggiormente lieve, perché si rivolge di base a unapubblico più vasto. È il caso di La petite, un film di Guillaume Nicloux, con Fabrice Luchini, il più prestigioso attore e campione d’incassi nel genere commedia francese. Anche se questo film non è propriamente una commedia tout court, ma più un commedia drammatica, venata di grazia e calibratissime nuances spassose. Ed è il mix giusto per aprire un tema così spinoso a spettatori che conoscano poco o niente l’argomento. Anche perché durante il racconto alcuni personaggi ci danno delle sintetiche ma chiarissime informazioni pratiche, amministrative, di legge che ci permettono di entrare non astrattamente, ma concretamente nelle diverse situazioni in cui viene a trovarsi chi ne è direttamente coinvolto. E quindi a guardare da dentro, non da fuori il problemae le persone reali.

Fabrice Luchini, il padre di uno dei due gay scomparsi, e Mara Taquin, la giovane madre surrogata, vengono così a formare una “coppia” non prevista, poco vista al cinema. A dispetto dei loro contrasti e scoppi caratteriali, delle loro divergenti posizioni di vita, però, non possono fare a meno, sono costretti a misurarsi con qualcosa che li travalica entrambi. Ed esattamente anche quello che succede a noi. Il gusto del film in sé e il piacere di averci capito qualcosa in più lascia ampiamente soddisfatti della sua visione.

Riccardo Tavani

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