Donne resistenti ed emancipazione: Nina Bardelle Fioretto.

Nina Bardelle si unisce alla lotta partigiana a 17 anni. Classe 1927, padre antifascista e perseguitato, con il suo nome di battaglia Fioretto è una delle tante donne resistenti. Nina lavora nella mensa dell’Ansaldo Delta, società industriale di Genova al servizio della produzione bellica, dove viene introdotta a dei corsi clandestini per infermiere. Da quel momento Fioretto cura i partigiani feriti e garantisce a chi fugge dopo un’azione un letto in cui riposare. In fabbrica contribuisce al sabotaggio della produzione bellica, facendo cadere l’acqua sporca della mensa sui proiettili destinati all’esercito tedesco. Svolge l’attività di staffetta, garantendo la comunicazione tra diversi gruppi di partigiani. Fino al 24 aprile 1945, Fioretto rischia la vita ogni giorno. E infatti, il suo nome è tra i 5 che l’hanno scampata e che sarebbero stati “da prelevare dallo stabilimento Delta il giorno 25 aprile e portare immediatamente alla casa dello studente”, come si legge in un documento rinvenuto nella casa del Fascio di Sampierdarena.

Nina Bardelle è una partigiana. Le cifre ufficiali ne contano 35.000, ma al tempo una larga parte rimase esclusa dalla categoria per i requisiti che attribuivano una valenza prettamente militare alla figura del partigiano: la maggioranza delle donne infatti non era stata ferita in battaglia e non aveva, come requisito alternativo, militato per almeno tre mesi in una milizia armata partecipando a scontri o ad azioni di sabotaggio. In più, solamente una parte delle aventi diritto entrò in possesso dell’attestato con il titolo ufficiale: moltissime, considerando il proprio impegno come naturale e necessario, non lo ritirarono mai. A fine aprile 1945 ben poche donne parteciparono alle parate come partigiane. Giudicate donne dalla dubbia moralità, familiari e partigiani si opposero alla loro marcia e ne concessero la partecipazione solamente in veste di crocerossine, con il risultato che di quelle che avevano combattuto ben poche marciarono armate. Alle donne fu, insomma, intimato di tornare al posto che loro spettava, al focolare. E così fecero.

Ma nei fatti il focolare già da tempo non era più l’unico luogo dove le donne potessero trovare un ruolo. Infatti, con l’assenza degli uomini a causa della guerra, la donne avevano acquistato non solo autonomia nella sfera privata grazie al lavoro e alla necessità di dover prendere da sole decisioni riguardanti la famiglia, ma anche una rilevante visibilità e un ruolo nella società civile, e quindi nella sfera pubblica, grazie agli scioperi per i razionamenti e ai boicottaggi della produzione bellica da esse stesse organizzati.
I Gruppi di Difesa della Donna nati attorno al 1943 erano sì di supporto alla lotta armata, organizzando le staffette, occupandosi di procurare abiti, viveri e medicine ai combattenti e sabotando produzione bellica, ma erano anche luoghi di elaborazione politica. In questi gruppi le donne pensavano a quello che sarebbe accaduto dopo la guerra e a come raggiungere il riconoscimento di pari diritti. La necessità di scegliere da che parte stare durante la guerra avevano dato la possibilità di attivarsi a due tipologie di donne: quelle con una consapevolezza politica già forte e quelle che operarono un cambiamento personale proprio in quegli anni, spinte dagli eventi ad interrogarsi sulla giustizia di quanto stavano vivendo.

Dopo la Liberazione, le donne lavoratrici e le donne resistenti tornarono effettivamente al focolare, ma qualcosa era cambiato: le gerarchie imposte erano state ribaltate. Solamente grazie al ruolo che le donne avevano ricoperto durante la guerra fu possibile il loro voto nel 1946 e la loro partecipazione alla vita delle istituzioni e alla scrittura della Costituzione della Repubblica Italiana.
E’ per questo che in occasione del ricordo della Liberazione e della lotta partigiana, ringraziamo Fioretto e tutte le altre in maniera particolare, per aver avuto il coraggio di difendere una libertà il cui pieno sapore era loro ancora sconosciuto.

di Giulia Montefiore

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