EUROPA E MIGRAZIONI 

La civiltà dell’Europa è al collasso. 

Nel giro di due, trecento anni, se l’umanità ancora ci sarà, il che non è per nulla scontato, le società europee come le conosciamo oggi saranno talmente trasformate da potersi definire tramontate. 

Un bambino neonato è morto di freddo nel tentativo di arrivare in Europa, la madre diciannovenne ha tentato di proteggerlo dal freddo col corpo ma ha fallito. 

“Soltanto” la morte di questo bambino, per non parlare delle innumerevoli altre, rappresenta simbolicamente il fallimento dell’intera civiltà europea, incapace di essere fedele al suo spirito, e il fallimento di un’ignominiosa Unione Europea, fondata su una mentalità neoliberista intrisa di egoismi e conflitti, dominata dall’unico generatore di valori ancora rimasto e messo prima delle persone che è il denaro, che da decenni sta miseramente permettendo che il mediterraneo diventi il cimitero più vasto del mondo, come denuncia inascoltato il Papa Francesco. 

Tra meno di cento anni la Nigeria soltanto avrà gli stessi abitanti dell’intera Europa, ghiacciata in un inverno demografico perché incapace di ritrovare culture e prassi esistenziali capaci di favorire la vita umana. 

Le società europee sono al collasso, un collasso irreversibile, e da decenni scentrano totalmente le politiche sui migranti o perché accolgono male e in modo disordinato o perché alzano muri, accompagnati da fanfare elettorali, sempre più insostenibili e ridicole. 

La politica del nuovo governo italiano a guida Meloni è stata già un pizzico più umana delle pagliacciate di Salvini agli Interni nei confronti delle Ong, ha fatto almeno sbarcare e curare i più fragili, come ha rimarcato anche il Papa, ma comunque è stata troppo dura e incapace di tessere quella rete di relazioni europee che sola può gestire flussi migratori di questa portata senza che gli sfuggano di mano. 

D’altro canto la reazione francese è stata ipocrita, vile, disgustosa. La Francia di Macron, prima si erge a paladina e vigilante dei diritti umani, poi schiera l’esercito ai confini con l’Italia per bloccare i rifugiati a Ventimiglia, alza muri, condannando gli altri senza avvedersi di essere esattamente come loro solo che se possibile ancora più ipocrita. 

Ancora una volta, in questa fase delicata e complessa di politica internazionale, il più lucido si dimostra Papa Francesco, che non se la prende con Meloni, con l’Italia, col

Governo nuovo, ma addita l’Europa ricordandole il suo destino. 

L’Europa non tramonterà, non collasserà su sé stessa, solo se riuscirà a essere coerente coi suoi valori, e il campo su cui si gioca questa partita è eminentemente quello delle migrazioni. 

L’Europa deve riuscire a trovare strade pratiche per attuare politiche serie, lungimiranti, concrete, di accoglienza condivisa, integrazione e accompagnamento di queste persone, essendo coerente coi più alti valori di libertà, fraternità e uguaglianza che le battono al cuore della sua civiltà, oppure, sulla questa stessa civiltà, non potranno che cadere caos, rovina e un assordante silenzio. 

Giacomo Fagiolini 

Print Friendly, PDF & Email