Daniele Nardi: Verso Nord

Daniele Nardi, primo alpinista nato a sud del Po’ ad aver scalato Everest e K2, proviene da una regione del centro Italia, il Lazio, e precisamente dall’Agro Pontino, pianura paludosa bonificata e resa fertile nonché abitabile durante il ventennio mussoliniano, un centinaio di anni orsono.
Dalla pianura al primo Ottomila il passo non deve essere stato facile, né tanto meno immediato, ma fin dall’ adolescenza Daniele nutre un amore per la montagna davvero originale, smisurato e innaturale per chi in fondo una vera montagna forse non l’ha nemmeno neanche immaginata.

La sua stella polare diventa allora il Monte Semprevisa, 1536 mt, unico vero promontorio accessibile per la sua allora giovane età. Corre l’anno 1992 e Daniele ha solo 16 anni quando con attrezzatura improvvisata comincia a fare esperienza su quelle familiari pareti di roccia.
Capite bene che entrare nella storia dell’Alpinismo Mondiale partendo da una collinetta di sì fatte dimensioni, non sarebbe stato possibile se non grazie ad una volontà esplosiva e all’amore folle e disperato per la verticalità. In fondo il mare, a due passi da casa, è perfino più bello visto dalla vetta del Semprevisa, in quelle giornate così terse che l’orizzonte sembra un dipinto di Nikolaj Roerich.

La fame di verticalità e la voglia di sperimentare la via più breve per raggiungere la vetta portano Daniele pochi anni dopo a cimentarsi con le Alpi, in particolare con i suoi primi 4000, conquistati scalando in solitaria Les Grandes Jorasses, massiccio granitico costituito da sei vette, di cui cinque oltre i 4000, situato nei pressi del versante settentrionale del Monte Bianco.
È qui che Daniele si fa le ossa in attesa di raddoppiare, come al jackpot, il suo primo Ottomila.

di Riccardo Battista

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