Il gelsomino di Vinòforum

Vino e passione, nell’evento del Parco di Tor di Quinto           

Tra le cose che notato nell’edizione di quest’anno, oltre alle misure di prevenzione attuate dall’organizzazione verso il Covid-19, ovviamente il modo di vivere ed interpretare le cautele, da parte del pubblico che vi ha preso parte: le distanze tra le persone, sembravano ben superiori a quanto prescritto dal CTS. C’era la voglia di ripartire dalle chiusure della pandemia, anche con questa festa enogastronomica, ma il clima era più contenuto che in passato.

Per fortuna nel primo stand su cui ci siamo fermati, Enogeo, abbiamo incontrato la giovane sommelier Jasmine, che ci ha accolti con simpatia e oltre a consigliarci e farci degustare il Villa Elcie, un buon Montepulciano d’Abbruzzo della Coste di Brenta, ci ha raccontato anche di lei: a pochi esami dalla laurea in Farmacia, scrive, fa pugilato e la sommelier (e tante altre cose), per passione. E proprio questa sua intensità emotiva, che traspare nel suo sorriso nonostante la mascherina, da più sapore ai vini che ci fa provare. Impossibile non pensare al Piccolo Principe, di fronte ai suoi capelli color del grano, quando si rivolgeva a noi con semplicità e cortesia. Impossibile non accettare consigli, dai suoi occhi ridenti e sinceri: di ritorno al suo stand, la sua proposta de l’Admeto, un Sirah della Alcesti, è stata seguita con molta soddisfazione.

Il gelsomino è un fiore bianco e delicato, apprezzato per il suo profumo e tradizionalmente associato a proprietà curative. Ma è anche il simbolo della rivoluzione tunisina del 2010-11, una rivoluzione spontanea, passionale. Jasmine, nome che ne è la traduzione, ne rappresenta pienamente le caratteristiche: candidamente sincera, capace di curare e passionale. Che, a ben pensare, sono tutte caratteristiche proprie anche del buon vino…

di Mario Guido Faloci

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