Marzia e il “toscano”
“La tua solitudine che assapori nel modo migliore…il sigaro non si fuma mai a secco, si accompagna”. Mi accoglie con queste semplici ma intense parole, Marzia Di Patrizi, allo stand del Club Amici del Toscano, al Vinoforum 2020. I sigari sono tutti da degustare, sono tutti da amare e coccolare.con un “toscano” non ti senti mai solo. Sono solo alcune cose che Marzia, donna garbata e suadente, mi racconta mentre accende un 1492Anno Domini.
Le stelle riverberano illuminando i capelli biondi in tutta la sua lunghezza. Gesti sapienti carezzano il 1492, le unghie smaltate di un fucsia vivace contrastano con il marrone scuro tendente al nero del toscano. Un contrasto poeticoreso ancora più affascinante dagli anelli a forma di cuore sul mignolo e anulare destro. Marzia racconta la storia. Ogni sigaro, mi dice, è una storia a se. Ogni sigaro è un amico con cui condividere momenti di gioia e di malinconia, consapevoli che quei momenti sono unici per come li sentiamo nell’animo.
Ogni attimo è diverso, è soggettivo, è intriso di umori e sapori. Un momento piacevole che ti accoglie a braccia aperte e cambia, di volta in volta, dipende da cosa e con cosa lo accompagni. Marzia è bella nella sua gestualità, così semplice ma così complessa. Conosce il sigaro, i suoi segreti, le sue particolarità. Conosce la cultura contadina che si cela dietro ogni pianta di tabacco. “ Un tempo era sacro il sole dedicato al tramonto/ quando ogni bracciante tornava dal campo/ con l’indumento appeso alla spalla/ e il viso rivolto al fulgore dell’astro”. Un verso che racchiude ciò che Marzia racconta. In queste parole c’è l’amore che solo la passione può far nascere. Non sempre è semplice.
Per Marzia lo è. Il toscano fa parte del suo essere donna affascinata e affascinante in un mondo, che prima era prevalentemente maschile, mentre ora, grazie a donne come lei, il sigaro abbatte tutte le barriere di genere unificando il comune sentire che nasce dal cuore e poi si trasforma in una nuvola intensa con profumi che ti entrano dentro e non ti lasciano, ma ti fanno sentire speciale in un mondo speciale.
di Claudio Caldarelli