Acqua bene comune

“L’acqua è un bene collettivo, il cui uso deve compiersi in linea con la sua destinazione universale” questo il messaggio dei vescovi italiani per la 70esima Giornata del Ringraziamento. L’acqua è un bene collettivo, di tutti, nessuno escluso. Non può prevalere una concezione puramente mercantilistica. Non si possono accettare privatizzazioni improprie.

La forza del messaggio politico-sociale della Commissione Episcopale Italiana e dirompente e riapre una discussione fondamentale dentro le anime dei partiti, di destra e di sinistra, che negli ultimi decenni si sono fatti abbagliare dalle politiche neo-liberiste del mondo capitalistico, con scelte economico-finanziarie, che privilegiano il profitto per pochi, privatizzando la gestione dell’acqua.

Acqua bene comune e collettivo. Acqua risorsa naturale, la cui accessibilità deve essere garantita universalmente, gratuitamente, a tutta l’umanità. “Quando l’acqua manca è la vita a soffrirne” scrive la CEI, per dire no a sprechi, a disuguaglianze, a limiti e inquinamenti, di una risorsa, che come l’aria, non può essere mercanteggiata. “L’acqua è un bene del creato. Come l’aria.

Non sono proprietà private”. Sono dichiarazioni forti, dirompenti, che rimettono al centro della vita sociale, scelte politiche abbandonate da anni. I governi, europei e mondiali, hanno usato l’acqua come un arma per decidere chi far arricchire e chi far morire. Scelte scellerate che hanno portato alla fame e alla siccità intere popolazioni in ogni parte del mondo. Negare l’accesso all’acqua è stata una delle forme di “eccidio” più feroci mai perpetrate nei confronti della parte povera dell’umanità. Trarre profitto dall’acqua è uno dei peccati più riprovevoli la comunità cattolico-cristiana. “Serve una nuova cultura dell’acqua che parta dall’educazione.

Dal vivere quotidiano. Serve uno sforzo della scuola e delle parrocchie per creare la giusta consapevolezza. Serve un impegno della politica perché abbiamo un dovere rispetto alle nuove generazioni”. La CEI invita la politica a “tutelare e a promuovere il diritto dell’acqua per tutti, ma anche a diventare sempre più soggetti attivi di politiche per l’acqua sicura”. È il momento delle scelte coraggiose, nette. È il momento di “dire due grandi No. No allo spreco dell’acqua. No all’inquinamento dell’acqua”. Aggiungendo un grande No alla privatizzazione dell’acqua, una risorsa collettiva il cui accesso deve essere garantito a tutti.

di Eligio Scatolini

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