Ciao partigiana “Rina”

“Per i fascisti le donne erano senza cervello, abbiamo dimostrato il contrario” queste le parole di Ibes Pioli, nome di battaglia “Rina”, staffetta partigiana della Brigata Remo. “Rina” è morta, in questi giorni, aveva 94 anni, partecipò alla Resistenza. È deceduta a Modena, la sua passione, dice il figlio, era parlare della Guerra di Liberazione, lei, che era stat una staffetta partigiana, andava nelle scuole a raccontare ai giovani cosa era successo in quel periodo. Raccontava la vita in montagna, in clandestinità. Parlava dei partigiani, delle loro azioni, raccontava per non dimenticare le mostruosità dei nazisti e dei fascisti. Raccontare la storia vissuta, la faceva sentire viva. La sua passione, la sua scelta di vita, senza compromessi, al tempo dell’occupazione tedesca e degli eccidi dei nazisti.

“Rina” Ibes Pioli ci ha lasciato a causa del Covid-19. Era nata il 18 febbraio 1926 a Cavezzo in provincia si Modena da una famiglia povera. Nel 1943 in un bombardamento morì il suo fratellino di 10 anni mentre tornava da scuola. Ibes aveva 17 anni,  da poco istituita la Repubblica di Salò, comincio a collaborare con i partigiani. La Resistenza al nazi-fascismo una ragione di vita. Tutta la sua famiglia era antifascista, il padre e il fratello maggiore furono perseguitati politici. “Rina” era troppo giovane per combattere, quindi iniziò come staffetta, girava in bicicletta come porta ordini, a volte anche le armi. Operava nel modenese, il nome di battaglia “Rina” le fu dato dal CLN. Iniziò a fare anche il lavoro politico per le donne di Modena. Nonostante la giovane età partecipò in prima persona alla Guerra di Linerazione, si sentiva diversa, si sentiva uguale, si sentiva donna, al tempo i fascisti dicevano che la donna era senza cervello, ma lei, “Rina” ha dimostrato che sapeva dire ciò che pensava e lo faceva anche bene. Ciao partigiana “Rina”.

di Claudio Caldarelli

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