L’Hiv uccide ancora

Angelica Basile

L’Aids uccide ancora. In Italia ogni due ore si registra un nuovo caso, con una somma giornaliera di 4 mila diagnosi. Numeri enormi, numeri che fanno paura. Soprattutto perché il sentore comune è quello di una malattia tutto sommato sotto controllo, con la quale si può convivere e che non è più lo stesso mostro degli anni Ottanta. E invece sì, il virus è lo stesso.

Le morti, certo, diminuiscono di anno in anno, grazie alla ricerca, grazie alla scoperta sempre nuova di medicinali, di pastiglie salva vita. Eppure non basta, perché l’Hiv è ancora un virus incurabile, che colpisce i più giovani soprattutto. Quella fascia di popolazione più incosciente, che del vivere al massimo, non privandosi di nulla, fa il suo marchio di fabbrica. Ma sono proprio loro, i più giovani, a correre il rischio maggiore di contrarre l’infezione.

E, soprattutto, di non accorgersene per tempo: sono ancora in troppo pochi a fare il test e, per questo, gran parte delle diagnosi arrivano quando la malattia già è ad uno stadio avanzato.

Forse le campagne di sensibilizzazione non bastano. Forse due attori testimonial della prevenzione non sono abbastanza, e ancora il gesto – seppur bellissimo ed importante – di un fiocco rosso da portare sulla maglia non risolve questa problematica enorme dei nostri tempi.

di Angelica Basile

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